Maledetta Juve, insulti e sfottò alla più odiata dagli italiani

Il pamphlet del giornalista Paolo Trapani è una raccolta irriverente di slogan e pensieri contro i “non colorati”, ma non manca una galleria di epiche sconfitte e di clamorosi casi di tifosi bianconeri pentiti. Un omaggio ironico all’anti gobbismo, sentimento trasversale tra presunti torti arbitrali ed eterne rivalità

Ogni volta che un arbitro fischia un rigore alla Juventus, da qualche parte un assistente Var muore. Credeteci: l’anti gobbismo è un esercizio dell’anima. Una convinzione alla base di “Maledetta Juve, non sappiamo più come insultarti”, il pamphlet del giornalista Paolo Trapani (Edizioni Magenes,  euro 9,90 ). Politicamente scorretto ed ironico, il libro è un’invettiva per prendere in giro i “non colorati” – dice la quarta di copertina – perché in Italia si fa il tifo per due Squadre: quella del cuore e quella che, di volta in volta, gioca contro la Juve”. Un vademecum per esorcizzare i presunti torti che, a turno, i bianconeri infliggono agli altri club. Una sorta di ecumenismo, dove ogni rivalità evapora nella crociata contro la prepotenza juventina. Perché il calcio è un grande sentimento collettivo, una sorta di anfetamina sociale. Il campo di gioco è una grande arena. E i tifosi vogliono che i propri beniamini siano gladiatori capaci di compiere imprese epiche. Lo stadio, così, è un luogo di grande passione popolare, di sostegno estremo, fatto di cori, slogan, sfottò, e anche di insulti agli avversari. Sane offese competitive e non violente volte a denigrare, deridere, colpire gli antagonisti e batterli. Un campionario di ostilità in cui, da sempre, la Juve è il primo bersaglio, la squadra più detestata. Ben oltre la metà degli appassionati di calcio è dichiaratamente anti-juventina. Per questo l’opera colleziona tanti post irriverenti, un bel po’ di striscioni beffardi, oltre a numeri inediti e statistiche aggiornate.
E’ una summa creativa di una giacimento inesauribile, come le accuse di favori alla Juventus: gli improperi alla Vecchia Signora del calcio italiano. Siamo dinanzi ad un fenomeno sociale, alimentato dal dilagante uso dei social network e dagli smartphone che consentono di condividere velocemente cori, slogan, barzellette, video, striscioni. Ma c’è spazio anche per chi vuole redimersi e fare ammenda. Una parte del libro è dedicata a clamorosi casi di tifosi juventini pentiti, che hanno ammesso di provare vergogna per la loro squadra. La mente corre allo scandalo Calciopoli e non solo. E spunta la galleria delle storiche sconfitte del club caro alla famiglia Agnelli. Un palmarès al contrario, in cui spiccano 22 finali perse, record assoluto. Ma perché tutto questo disprezzo? Forse cela la fisiologica insofferenza verso chi vince (quasi) sempre. Ma magari è perché molti trionfi sono segnati da sviste incredibili. Nel dubbio, si continuerà ad insultare senza pietà la “Maledetta Juve”.

Gianmaria Roberti

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