Fa discutere una riflessione dello scrittore che ha rinunciato alla rubrica sul Mattino per divergenze sulla linea editoriale

NAPOLI – Vola alto per non scadere nell’autoreferenzialità, evocando la notte buia della censura. Cesellando in poche battute un apologo lontano dalla virulenza delle risse da bar sport, l’archetipo del giornalismo sportivo tv, e non solo. Perché è pur sempre uno scrittore, ed anche di successo. Anche se col giornalismo coltiva una lunga liaison, forse per colmare quel bisogno d’immediatezza che la letteratura non sempre ti dà. Maurizio de Giovanni ha lasciato da poco la rubrica sportiva Controcampo sul Mattino. Per sua volontà, fa sapere. E per divergenze sulla linea editoriale del quotidiano. Qualcosa di cui trapelano le scorie nel post su Facebook, in cui riflette sulla libertà di pensiero nella comunicazione. Poco tempo fa, i più scaltri avevano intuito che si fosse incrinato il rapporto tra il giornale di Caltagirone e l’autore del Commissario Ricciardi. Era avvenuto dopo un articolo pubblicato sulla testata ildomenicalenews.it. Un’analisi sulla pochade Soriano e i flop di mercato del Napoli. Si criticava l’elefantiasi del club azzurro nelle trattative, ricordando anche il caso Astori, accusando i dirigenti di gestire il club con freddo calcolo aziendalista. Parole libere da pastoie, firmate da un tifoso. Anzi un “malato” del Ciuccio, come da sempre si proclama de Giovanni. Parole da esule, che forse non avrebbero trovato ospitalità in nessun grande giornale locale. Ecco, il punto è questo: quanta voglia c’è di fare le pulci al Napoli nella stampa napoletana? La domanda è ovviamente retorica. Ed è sintomatico che l’abbia suggerita uno scrittore.

Gianmaria Roberti

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