È morto Gigi Riva: un mito che ha incarnato il sogno di rivincita del popolo sardo

Quando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto. Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c’era tanta fame, come oggi purtroppo

E’ morto Gigi Riva. Si è fermato il cuore del giocatore simbolo del Cagliari. Rombo di Tuono, il più prolifico attaccante della storia della nazionale italiana, aveva 79 anni. Da ieri era ricoverato al reparto cardiologia all’ospedale Brotzu di Cagliari per un malore.

In sua memoria la Figc ha deciso che verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare di tutti i campionati in programma da domani a tutto il fine settimana.

I miti non muoiono mai. Gigi Riva ha incarnato un sogno di speranza e di rivincita per una terra, la Sardegna, ai margini della Storia, abbandonata al suo destino. Non era un mercenario. Significativo il passaggio di un’intervista concessa ad Alberto Cerruti della Gazzetta. “Quando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto. Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c’era tanta fame, come oggi purtroppo. Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori. Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve. Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva “Dai, telefoniamo a Boniperti”. Ma io non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito

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