
Le calciatrici della società anti razzista napoletana contro la scelta della dirigenza di imporre a Titty Astarita il ritiro della candidatura alle comunali di Marano, in una lista in coalizione con la Lega, pena l’esclusione dalla rosa. Per protesta si sono rifiutate di scendere in campo nella gara domenicale
Cortocircuito tra sport e politica all’Afro-Napoli United, la squadra anti razzista, protagonista da qualche anno di una favola del calcio campano. A scuotere l’ambiente è la vicenda della sezione femminile. La capitana della squadra Titty Astarita, infatti, ha deciso di candidarsi a Marano per le comunali del 21 ottobre, nella lista del Movimento civico maranese a sostegno del candidato sindaco di centrodestra Rosario Pezzella. Mcm fa parte di un’alleanza di due liste, e la seconda è la Lega di Salvini. Proprio il partito ritenuto agli antipodi con la ragione sociale dell’Afro-Napoli United, sorta per iniziativa di esponenti del mondo antagonista napoletano, aprendo le porte a tanti calciatori extracomunitari. Irritata dalla scelta, la società ha chiesto subito alla giocatrice di ritirare la propria candidatura, pena l’esclusione dalla squadra. Ma contro il diktat si è schierato lo spogliatoio, solidale con la capitana. Non a parole, bensì con i fatti: le calciatrici hanno inscenato una protesta, rifiutandosi di scendere in campo nella gara domenicale di Coppa Campania con il Dream Team 2.0, in programma ad Agnano. In serata, intervenendo per telefono a Campania Sport su Canale 21, il dirigente Pietro Spaccaforno ha parlato “di manifesta incompatibilità” con i valori dell’Afro-Napoli United, per motivare il provvedimento nei confronti di Astarita. E ha, inoltre, paventato il ritiro dal campionato della squadra femminile, dopo la posizione assunta dalle giocatrici. Ma la storia minaccia di non chiudersi qui.
girobe