Napoli, Federico II: Ciak si scienza

 

Un incontro tra arte e scienza. E’ quanto si è realizzato lo scorso giovedì 20 dicembre 2018 durante l’evento  “Bruno Munari. Le ‘Forme della Luce’  organizzato dal canale green della Federico II, ideato e diretto da Vincenza Faraco, docente di chimica e biotecnologia delle fermentazioni dell’ateneo  federiciano.

L’evento, svoltosi presso la Fondazione Plart di Napoli in occasione della mostra “Bruno Munari. I colori della  luce” a cura di Miroslava Hajek e Marcello Francolini, ha voluto dimostrare che è possibile parlare di scienza  anche  con  un  linguaggio  semplice  e  in  grado  di  coinvolgere  i  non  esperti  del  settore  e  che  questo  è  specialmente possibile nel descrivere gli aspetti scientifici che sono dietro alle rappresentazioni artistiche. Si  possono infatti descrivere, in maniera divulgativa, questi aspetti che lo scienziato riesce a interpretare come  strumenti di cui, anche inconsapevolmente, si è servito l’artista e che si materializzano nella sua opera come nel caso di Munari.

Il legame tra matematica e arte e la comune ricerca della bellezza sono stati al centro dell’intervento di Guido  Trombetti, professore ordinario di analisi matematica della Federico II. Le riflessioni del noto matematico  dell’ateneo federiciano hanno accompagnato i partecipanti in un viaggio attraverso la storia della scienza  utilizzando la  ricerca della bellezza come  filo conduttore, come  sintetizzato in questo  suo commento “se  percorriamo la storia della scienza essa è infarcita di scelte dettate in fondo da criteri estetici.   Einstein , per esempio , diceva  che  un metodo   per giudicare la validità di una teoria scientifica è la sua bellezza.  A sentire  gli storici della scienza, non fu un caso che Galileo mancò di riconoscere l’ellissi disegnata dalla Terra intorno  al Sole perché ancora sedotto dall’idea del cerchio come perfezione del movimento”.

Durante l’evento, per comprendere fino in fondo il valore dell’arte di Munari, si è andati al di là dei riferimenti  più propriamente artistici e, seguendo questo approccio, si è svolto un approfondimento degli aspetti sia  estetici che scientifici dell’istallazione Concavo‐Convesso, che costituisce una rappresentazione concreta di  esempi di geometrie non euclidee, in quegli anni di particolare interesse in virtù della teoria della relatività  generale, che descrive lo spazio‐tempo come un mondo non euclideo.

Si è così proposto un modo innovativo di fruire l’arte di Munari, allargando gli orizzonti di osservazione della  sua opera agli aspetti geometrici.

Pertanto,  il  critico  d’arte Marcello  Francolini  ha  evidenziato  come “Munari  partendo  dalla  ricerca  di  una  forma pura sia poi approdato alla forma astratto‐concreta, e descritto come la mostra alla Fondazione Plart  metta proprio in evidenza il percorso che l’artista ha intrapreso per uscire dalla bidimensionalità della tela  per conquistare lo spazio reale. Un percorso che è sintetizzabile nella formula Macchina Intuile + Concavo‐ Convesso + Ambiente a Luce Polarizzata“.

Il matematico Alessandro Zampini ha sottolineato come “l’opera di Munari contenga interessanti richiami a  vari problemi geometrici. La scultura concavo‐convessa è legata sia alla nozione di spazi non euclidei, a quella di superfici non orientabili. Inoltre, all’interno del più vasto panorama futuristico, il suo lavoro tocca  un importante problema concettuale, ovvero ricercare le unità di base del disegno e della pittura, analogo al  problema matematico di analisi dei cosiddetti enti geometrici fondamentali”.  Come  dichiarato da Vincenza Faraco “Ciak si scienza vuole farsi promotore di sinergie tra il mondo della  scienza  e  quello  delle  diverse  espressioni  dell’arte,  e  questo  evento  ha  rappresentato  per  noi  un  passo  importante  di  questo  percorso  che  stiamo  compiendo  nell’affrontare  i  diversi  aspetti  della  scienza  da  un  punto di vista divulgativo”.

L’evento si è poi concluso con un momento che Ciak si scienza ha voluto dedicare al tema dell’ambiente,  in linea con il principale obiettivo del canale di sensibilizzare tutti ai problemi ambientali.   L’attenzione è stata in particolare  rivolta al problema dell’emergenza plastica e all’urgenza di affrontarla  cambiando abitudini anche nella quotidianità, e proponendo ai partecipanti un Natale plastic  free in cui  evitare l’utilizzo della plastica o riutilizzarla, ad esempio per realizzare un albero di Natale con il ‘riutilizzo  creativo’ come ha simbolicamente mostrato il team di Ciak si scienza. Le ‘scienziate’ del team si sono per  una volta improvvisate ‘artiste’ per rivolgere a tutti i partecipanti l’augurio di un Natale migliore anche per  l’ambiente.

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