Il celebre interprete e doppiatore compie 73 anni
Un attore senza eguali, tra i pochi restanti di una vecchia generazione di film che hanno fatto storia nel trentennio precedente. Di quando Melato, Volontè, Manfredi, Mastroianni, Gassman ne erano padroni indiscussi. Oggi, uno di quei protagonisti, Giancarlo Giannini compie i suoi settantrè anni. Nasce a La Spezia, il 1 agosto 1942, al borgo Pitelli; nel 1952, con Lauro che diventa sindaco, si trasferisce poi a Napoli con la famiglia (il padre era tecnico di cavi sottomarini per la Pirelli) dove conseguirà il diploma come perito tecnico presso la scuola Alessandro Volta. Resterà qui fino al 1962 vivendo tra Pozzuoli e Fuorigrotta. Il periodo napoletano influirà molto sulle sue scelte cinematografiche future.
È tra i cinema Adriano e Perla che Giannini passava i suoi sabato pomeriggio. In un’intervista:”Mi recavo spesso con amici anche ad un dopolavoro di Fuorigrotta, dove inscenavamo di tanto in tanto qualche rappresentazione. Fu lì che mi suggerirono per la prima volta di fare un provino all’accademia di Roma.” È il 1962 e entra alla Silvio D’Amico, il perfetto trampolino di lancio per la scuola italiana di cinematografia. Il teatro gli regala i primi successi come il Romeo e Giulietta di Zeffirelli entusiasmando l’Old Vic di Londra. Esordisce al cinema nel 1965 con la pellicola “I criminali della metropoli” di Gino Mangini, ma fondamentale sarà l’incontro con la regista italiana Lina Wertmuller che nel 1967 gli offrirà il ruolo del musicarello “Non stuzzicare la zanzara”. È Ettore Scola che con “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) riuscirà a far emergere tratti indelebili dello stile di Giannini. Arrivano così pellicole, firmate Wertmuller, quali “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), “Film d’amore e d’anarchia-Ovvero stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza” (1973), “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974) e lo storico “Pasqualino Settebellezze” (1975), in cui riemergeranno i suoi ricordi vissuti in piena napoletanità. Il film fu nominato per quattro premi Oscar nel 1977: Regia, Film Straniero, Attore Protagonista e Sceneggiatura Originale. Nel suo cv non mancano le apparizioni in film firmati states: “New York stories” (Coppola, 1989), “Hannibal” (R.Scott, 2001), “Man of fire” (Tony Scott, 2004), solo per citarne alcuni. Ma di Giancarlo, a colpire, non è solo il suo modo di vestire la macchina da presa, ma l’andare oltre, magari con la sola forza della voce, indistinguibile quanto fondamentale per conferire ad attori statunitensi, quali Al Pacino (anche egli dalla bravura indiscussa), il piacere di essere apprezzati qui in Italia.Nel 2009 riceve una stella sulla Italian Walk of Fame di Toronto, Canada. Un conferimento di tutto rispetto per l’ampia gamma di personaggi interpretati, dalle carature più che differenti: dall’operaio emigrato, boss mafioso, leggerezza e profondità della commedia all’italiana. Il tutto condito da una enorme disinvoltura e bravura nell’utilizzo di registri linguistici, numerosi i dialetti nelle sue pellicole, sia meridionali che settentrionali.
Vincenzo Perfetti
(Foto pordenonelegge.it/youtube)