Cosa resterà nel day after della visita papale? Il rischio è che questa giornata rimanga solo una cartolina

Napoli ha bisogno di eventi eccezionali per dimostrare tutto il suo potenziale. Servizio d’ordine impeccabile. Prefetto e questore eccellenti. Popolazione fantastica. Scenario incommensurabile. Il tutto baciato dal sole di una primavera appena sbocciata. Eppure. Cosa resterà nel day after post Papa? Solo un evento eccezionale, appunto? una cosa da ricordare e commemorare come una coppa, uno scudetto o il G7 di bassoliniana memoria?
Troppi eventi eccezionali ma nessuna eccezione che diventa regola. Purtroppo mi dispiace parlare contro tendenza, ma sono convinta che questa visita pastorale, sebbene splendida, ricca di contenuti ed allegria , perfetta nella sua globalità , nel suo delirio della celebrazione della speranza, credo resti tutto una splendida cartolina. Tutti ci hanno messo su il cappello, dalle istituzioni ai poteri clericali, con siparietti da sceneggiata nella cornice del
Duomo, con tanto di miracolo. parziale, come l’eclissi . E’ che a noi le cose piacciono incompiute, che noi stessi lo siamo. Siamo il popolo dell’incompiuto , che ci manca sempre quel guizzo per fare il grande salto, perché la filosofia del personalismo, dell’individualismo del “chi ce lo fa fare , tanto non cambia nulla” è sempre lì, radicata in ognuno di noi. Non credo nei miracoli. Napoli è vittima dei proprio stereotipi, troppo legata all’idea di essere la Napoli che raccontano, per ricordare questo brivido caldo, questo rigurgito di orgoglio che essere diversi, essere napoletani è un’altra cosa. Perché la demagogia di stato ci vuole “piaga infetta sul corpo di una nazione”. Mal’infezione, la cancrena è altrove, in quei palazzi che dovrebbero governarci e restituirci dignità, invece di mortificarci e commissariarci. La rivoluzione si fa giorno per giorno, nelle piccole cose , nel rispetto da napoletano a napoletano. Perché le furbate non danneggiano solo il singolo che ne è vittima. Le furbate, l’inciviltà danneggia e distrugge sul nascere ogni timido tentativo di rinascita.
Non si possono veicolare “istanze di rinascita” solo attraverso lo sport e/o i grandi eventi.
Ogni giorno deve essere un evento in cui ciascuno fa la propria parte: dalle istituzioni al singolo cittadino. In sinergia. Solo così si può credere davvero di alimentare la speranza e fare il salto di qualità che tanti non vogliono. Perché Napoli è fonte di notizia. Napoli è fonte di aggregazione razzista. Napoli è la panacea del male. Napoli
è corruzione, Napoli è camorra. anche se in Lombardia , Piemonte e Veneto hanno fatto man bassa di denaro pubblico, concentrato del peggio. Napoli è terra dei fuochi, . Napoli e il sud zavorra d’Italia.
Devono esserlo, altrimenti a chi diamo la colpa del malessere made in Italy?
Ma se Napoli decide, Napoli può. E allora tutto potrebbe cambiare. Basta volerlo. E metterlo in pratica senza aspettare domani. Scardinare la mentalità camorristica dell’abuso e del sopruso, scardinare i luoghi comuni nei quali anni di condizionamento ci identificano per cambiare davvero il volto della città. Si può fare. Basta crederci.

Monica Capezzuto – Napoli

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