Gli attivisti della rete ScaccoMatto occupano il vecchio carcere minorile per trasformarlo in spazio di utilizzo sociale. Con una lettera aperta replicano all’attore

Gentile maestro De Filippo,
Leggendo la Sua intervista pubblicata ieri dal quotidiano “il Mattino”, nella quale si è soffermato sulle condizioni dell’ex carcere minorile Filangieri definendolo come “un guscio vuoto e decrepito”, abbiamo appreso con stupore che non fosse al corrente della realtà che ora anima questi spazi.

Siamo le attiviste e gli attivisti della rete di collettivi “ScaccoMatto” ed esattamente un mese fa abbiamo liberato, insieme agli abitanti del quartiere Avvocata e alle molte persone che ci hanno dato sostegno e solidarietà, l’ex carcere minorile Filangieri, da noi ribattezzato Scugnizzo Liberato.

Suo padre Eduardo chiese in Senato che si provvedesse ad “assegnare al Filangieri una località ridente su cui costruire un villaggio con abitazioni e botteghe dove i giovani […] possano recuperare la speranza e la fiducia in una vita nuova che restituisca loro quella dignità cui hanno diritto”. Sentiamo forte affinità con le sue parole, che auspicavano inclusione e dignità per i ragazzi della nostra città; proprio per questo abbiamo deciso di riaprire l’ex carcere Filangieri con il nome “Scugnizzo Liberato”, con lo scopo di trasformarlo in una esperienza che possa offrire fin da subito attività e progetti che partano dalla volontà di chi anima direttamente i nostri quartieri.

A nostro avviso, infatti, proprio la riappropriazione ed il recupero dal basso degli spazi urbani lasciati all’incuria è il primo passo per costruire alternative concrete sui nostri territori; territori su cui gravano sempre più la carenza dei servizi essenziali, l’assenza di spazi ricreativi, l’inaccessibilità dell’attività culturale; quartieri nei quali, a fronte di questo “deserto dei diritti”, la militarizzazione delle strade è spesso l’unica risposta che le istituzioni sanno dare a ciò che Lei definisce criminalità giovanile.

Al contrario, quello che stiamo sperimentando è un modello nel quale la progettualità e il potere decisionale sui luoghi urbani investe direttamente chi vive quei territori, un modello virtuoso che costruisce comunità e pratica concretamente il diritto a decidere sulle proprie vite.
La nostra città, d’altronde, vede una profonda vivacità e maturità dei molti percorsi di organizzazione dal basso: tanti e tante decidono di assumersi collettivamente il recupero e la gestione di immobili abbandonati, aree verdi e altri spazi metropolitani mettendosi in gioco e puntando ad un concreto miglioramento dello stato di cose che ci circonda.

In quest’ottica vogliamo evitare che si arrivi a progetti emanati dall’alto e che mal si integrano con la realtà circostante, determinando, da un lato, decisioni rimesse a meccanismi di delega e, dall’altro, che la vita delle strutture sia condizionata da una loro necessaria messa a reddito.

Stiamo già lavorando, in collaborazione con le altre esperienze di associazionismo e attivismo civico del quartiere, per ristrutturare e rimettere in funzione una prima parte dell’edificio, per avviare doposcuola, attività sportive, sportelli di assistenza fiscale e lavorativa, e per dare vita proprio a quel teatro voluto dal grande Eduardo in cui musicisti, compagnie teatrali e circensi si stanno preparando ad iniziare le loro attività.

Per questo La invitiamo a venire allo Scugnizzo Liberato per osservare di persona il lavoro che avviene quotidianamente nello spazio e per conoscere i progetti che stiamo costruendo. Aspettiamo Lei e quanti vorranno partecipare a questa esperienza il 7 novembre, giorno dell’inaugurazione dello spazio e dell’inizio delle attività mutualistiche e culturali che proporremo.

L’assemblea dello “Scugnizzo Liberato” – ex carcere minorile Filangieri

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