Uno dei precari deve rispondere anche di violenza privata e tentate lesioni. Ayane: “Scesa dal palco per il clima surreale”

NAPOLI – Tre persone sono state denunciate dalla polizia a Napoli in seguito alle vivaci proteste durante la trasmissione di Rai3 “Parallelo Italia”, in diretta ieri sera da piazza Municipio. Sono tre precari della sigla “Reddito minimo di inserimento”. Devono rispondere di manifestazione non autorizzata e turbativa di servizio pubblico. Per due c’è anche l’interruzione di servizio pubblico, mentre per il terzo dei tre denunciati anche le accuse di violenza privata e tentate lesioni.

 

AYANE SMENTISCE RIOTTA – Un Gianni Riotta ancora furente posta una lunga riflessione sul suo profilo Facebook. Tra le altre considerazioni, il giornalista scrive che “Alla fine, quando era previsto il concerto della brava cantante Malika Ayane i contestatori di professione, che sono manovrati da un noto politico locale (ma non dice chi, ndr) , hanno bersagliato il palco e Malika di bottigliate. Il nostro lavoro perduto – prosegue Riotta – un’occasione mancata. Quanto alle forze dell’ordine che avrebbero dovuto garantirci di lavorare serenamente non hanno neppure identificato gli aggressori, e alle nostre rimostranze per l’attacco un dirigente ha riso ‘Che volevate? Le maniere forti?’. Per nulla, volevano -pagando le tasse- un’Italia libera e serena dove si potesse lavorare in tranquillità raccontando anche il disagio. Invece le vittime sono state criminalizzate, siamo finiti noi sotto accuse perché ci han preso a bottigliate”. Il conduttore spara a zero anche sulle forze dell’ordine, come già avvenuto ieri sera, accusandole di  non aver identificato i facinorosi. In realtà, ci sono tre denunciati. Ma una ricostruzione diversa dell’accaduto arriva proprio da Malika Ayane, la cantante che sarebbe stata presa a bottigliate. L’artista, sempre attraverso il social, premette che “Napoli questa mattina ha una luce meravigliosa, un peccato lasciarla. Approfitto però della strada verso l’aeroporto per dire la mia su ieri sera che a leggere Twitter o i siti di quotidiani sembra sia successo chissà cosa”. E infatti, cosa è successo secondo lei?  “Il motivo per cui ho smesso di cantare è molto semplice. Nessuno  – scrive la Ayane – mi ha preso a bottigliate come ho letto in giro, ho visto una bottiglia di plastica sfiorare Brando e ho visto contestatori e polizia correre, il pubblico dentro la transenna attonito e spaventato. quando ho percepito un clima teso e surreale mi sembrava di estremo cattivo gusto rimanere sul palco a favore di camera. Nessuna indignazione – conclude la cantante –  mi sentivo solo un filo fuori luogo. Se fossi rimasta lì a finire di fare il mio lavoro, forse non se ne sarebbe accorto nessuno”. Tranne il bravo conduttore Riotta, ovviamente.

 

IL COMITATO PRECARI: “FINTA PROPOSTA DI INTERVENIRE” – Su quanto avvenuto, c’è anche una nota del Comitato Reddito minimo garantito, protagonista della protesta. “Una giornata lunga quella di ieri iniziata alle 19.45 quando un mediatore della redazione del nuovo “think-show” di Gianni Riotta “Parallelo Italia” ha interloquito con il comitato campano per il reddito minimo garantito. La mediazione  – affermano i precari – è stata per un intervento di qualche minuto sulle emergenze sociali che affliggono questa città, con un riferimento alla nuova campagna sul reddito minimo lanciata il 9 luglio in occasione dell’insediamento del primo consiglio regionale. Donne ed uomini mobilitati in questa città avrebbero voluto prendere parola sulle tematiche che Riotta stava affrontando”.

Gli attivisti, a quanto affermano, sono quindi giunti in piazza con l’intesa di poter parlare. Ma “la proposta di farci intervenire si è dimostrata una finzione – sostengono – , l’intenzione inizialmente era di far scivolare l’intervista in seconda serata, dando così uno spazio minore a questioni che in questa città e non solo hanno un peso enorme. Il “Think-show” si dimostra in realtà un “electoral-show”, dove i volti campani della politica dei “due poli” presidio iniziano – già a luglio – a propagandarci parole dal gusto velenoso e chiaramente elettorale in vista delle votazioni comunali 2016 a Napoli”. Passano i minuti e la trasmissione va avanti, e secondo il racconto dei precari “l’attesa, il clima torrido, hanno esasperato le persone che erano lì, circondate da poliziotti e transenne come se fossero i peggiori criminali della società”. Ad un certo punto “questa situazione pesante ha portato un ex operaio Fiat, licenziato da tanti anni per motivi politici dallo stabilimento di Pomigliano, a provare a raggiungere il palco in modo molto spontaneo per parlare di ciò che stava subendo e per dire cosa tanti e tante in questa città provano sulla propria pelle ogni giorno. Come si vede anche dalle immagini – prosegue il comitato – l’attivista di Pomigliano è stato peraltro bloccato istantaneamente dalle forze dell’ordine, senza avere la possibilità di dire ciò che avrebbe voluto”. Tuttavia, “nonostante il gesto dell’ex-operaio Fiat, ci era stata comunque confermata la possibilità di intervenire nel dibattiti. Pertanto i manifestanti sono rimasti ancora ad attendere”. Una fiducia però frustrata da quanto accade in seguito. “I fatti non hanno smentito le supposizioni – accusano gli attivisti – dopo l’ultimo spacco pubblicitario, dopo aver parlato dei drammi di una società intera in modo quantomai inappropriato , ecco la canzone di Malika Ayane, e la speranza di re-intervenire – come ci avevano a più riprese detto – svanisce definitivamente”.

 

(Foto Sciopero Sociale/Fb)

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