Indagine coordinata dalla Dda di Napoli: altre 4 persone denunciate

AVELLINO – Sarebbero stati in grado di condizionare l’esito di bandi di gara per appalti pubblici nei comuni irpini di Quindici e Monteforte e in quello napoletano di Marzano di Nola. Sono 5 gli indagati raggiunti da misure cautelari e altri 4 i denunciati, nell’inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli, della Squadra Mobile di Avellino.

L’INDAGINE –  Cinque imprenditori di età compresa tra i 32 e i 68 anni, tutti di Quindici, le cui generalità non sono state rese note dagli inquirenti,  sono state arrestate all’alba in esecuzione di un’ordinanza del gip del Tribunale di Napoli emessa su richiesta della Dda. L’ operazione “Santa Cristina” è il risultato di due anni di indagini nate dalla denuncia di un imprenditore di Quindici che stava eseguendo lavori per conto del Comune di Domicella, a cui sarebbero state fatte pressioni per cedere i lavori in subappalto a un’altra impresa, titolare a sua volta di una cava per l’estrazione di inerti, gestita da alcuni degli indagati. Secondo l’ipotesi accusatoria infatti, i cinque con intimidazioni e attentati imponevano il subappalto alle imprese edili che si erano aggiudicate lavori nei Comuni di Quindici, Marzano di Nola e Monteforte. Non solo. Con la complicità di impiegati e tecnici comunali, venivano a conoscenza di notizie utili ad aggiudicarsi le gare. Per ottenere la cessione dell’appalto, avrebbero incendiato anche un escavatore di proprietà dell’imprenditore. Agli indagati sono stati anche contestati minacce e intimidazioni nei confronti di un’altra impresa che dopo aver vinto l’appalto, stava eseguendo lavori di sistemazione idrogeologica per conto del comune di Marzano di Nola. Due degli indagati, un 32enne di Quindici e un 54enne originario di New York, sono stati trasferiti in carcere, gli altri sono agli arresti domiciliari. Quattro persone, tra cui un impiegato e un tecnico comunale che fornivano agli arrestati notizie riservate, sono state denunciate a piede libero per favoreggiamento aggravato. Tre degli arrestati sono imparentati tra loro e titolari di una cava di calcestruzzo in località Santa Cristina di Quindici, ritenuti dagli inquirenti legati al clan Graziano.  Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli c’è anche la testimonianza del sindaco di Marzano di Nola, Trifone Greco, che ha confermato i sospetti degli inquirenti.Gli arrestati devono rispondere di turbativa d’asta, minacce, incendi dolosi, danneggiamenti ma anche di detenzione illegale di armi e munizioni.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest