Nasza Klasa, il teatro civile va alle radici dell’antisemitismo

L’opera dello scrittore siberiano, che narra la triste vicenda di un paese della Polonia, giunge a Napoli nelle giornate dedicate alla Shoah

NAPOLI – Un testo teatrale dai toni molto forti per mettere in luce le nascoste atroci verità nella storia di un popolo. Nelle serate di mercoledì 27 e giovedì 28 gennaio, dedicate alla commemorazione della Shoah, il CineTeatrolaPerla di Napoli (zona Agnano) proporrà al pubblico “Nasza Klasa” (La nostra classe) di Tadeusz Slobodzianek.
Trattasi della storia di un gruppo di dieci ragazzini i quali, trovandosi a crescere insieme con la speranza di un futuro sereno e pieno di soddisfazioni a Jedwabne, piccolo paese della Polonia, vivono il dramma dell’invasione nazista e soprattutto delle persecuzioni antisemite. Dietro la loro vicenda si cela un grande equivoco: sino a qualche anno fa, nella piazza centrale di questa cittadina, era ancora esposta una lapide che, ricordando i circa 1600 ebrei qui arsi vivi nel luglio 1941, attribuiva la totale responsabilità di questa sciagura alla Gestapo ed alla Gendarmeria di Hitler. L’opera di Slobodzianek intende invece dichiarare al mondo il contrario sulla base della testimonianza scritta di un sopravvissuto alla tragedia, scoperta da un docente polacco di storia all’Università di New York, Jan Gross, e raccontata nel volume “Neighbours” (in Italia pubblicato col titolo “I carnefici della porta accanto”).

 

Non furono i tedeschi dunque a trucidare quelle vittime, bensì i loro compaesani, armati di asce, coltelli e forche, con i quali, sino allo scoppio della guerra, avevano condiviso amicizie, amori, interessi: un odio, quello antisemita, covato già incredibilmente negli anni precedenti quel rogo in un fienile abbandonato di Jedwabne e soprattutto colpevolmente nascosto dalle autorità locali e nazionali nei decenni successivi.
Già rappresentata in Canada, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, l’opera di Slobodzianek, autore siberiano da anni residente in Polonia, giunge così a Napoli, ricevendo il plauso di vari critici, tra cui Timothy Garton Ash, giornalista e docente di Studi europei presso l’Università di Oxford. Pesanti ma al tempo stesso vere le sue parole : “Slobodzianek è un autore contemporaneo, con una scrittura superba, e conoscere questa storia non è solo continuare, e giustamente, a ricordare i nefasti eventi della Shoah, ma è anche e soprattutto un’occasione per poter riflettere sulla insopprimibile necessità da parte di un popolo di conoscere la verità della propria storia e poterne vedere restituito il senso di appartenenza. Ne trarrà beneficio non solo la nostra cattiva coscienza, che stenta a destarsi, ma anche una reale conoscenza della storia dell’Olocausto e della nostra Unione Europea, unione i cui principi fondanti sono la conservazione e valorizzazione delle diversità culturali e linguistiche e l’incentivazione della tolleranza e della comprensione reciproche”.

 

Patrocinato dall’Istituto Polacco di Roma, dall’Accademia di Belle Arti e dal Comune di Napoli, tradotto in italiano da Alessandro Amenta e diretto nella regia da Massimiliano Rossi, “Nasza Klasa” è stato recentemente insignito del Premio NIKE, ovvero il massimo riconoscimento letterario e teatrale in Polonia.

Angelo Zito

(Foto Gabriella Galbiati)

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