Il racconto di chi era al San Paolo: “Dopo un”introduzione che accompagna l”ingresso dei musicisti arriva lui, giacca di pelle rossa ed esplode un boato”

Fuorigrotta, ore 19: caos totale, il classico caos dei grandi eventi che a Napoli, in aggiunta, si tinge di folclore. Dove parcheggio il motorino? Nessun problema, una signora ha messo una scala fuori la sua finestra al piano terra e da lì coordina i posti per i motorini accanto al marciapiede! E ora via, ci uniamo al fiume di gente che a passo veloce costeggia lo stadio alla ricerca dell’ingresso giusto. Musica ovunque a volume spropositato, confusione per i sensi di circolazione cambiati e le strade chiuse, ma nessun muso lungo, nessuna polemica, tutti li, con la voglia di cantare, godersi una serata che si aspettava da 11 anni, postare foto e pezzi di canzoni sui social network e poter dire “io c’ero”!
Finalmente dentro: l’impatto è da brividi! Lo stadio strapieno, i cori si levano da curve e tribune. Nella zona del prato gold tanta gente stesa a terra su un pareo a chiacchierare e bere una birra per ingannare il tempo. E Vasco non si fa attendere: le luci si spengono, lo stadio è illuminato da migliaia di cellulari che oramai sostituiscono i vecchi accendini e dopo un”introduzione che accompagna l”ingresso dei musicisti arriva lui, giacca di pelle rossa ed esplode un boato. Ogni canzone è tuffo in un passato più o meno recente, fino alla chiusura con Alba Chiara che mi riporta addirittura sui banchi di scuola e uno stadio invaso da coriandoli argentati per salutare l’uscita del “kom” rende la fine di queste ore di musica e festa ancora più ricca di emozione.
Lentamente ci avviamo all’uscita, un ultimo sguardo al San Paolo che si svuota, uno sguardo al cielo e una canzone che risuona nella mente “questa sera questa sera questa sera non lo so c’e` qualcosa nell’aria stasera che non si puo` non si può spiegare…. Se guardi in alto c’è ancora la luna, è qui vicino a te”!

Azzurra Avallone

(Foto Ufficio Stampa Comune di Napoli)

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