Lo storico gruppo celebra l’anniversario a San Domenico Maggiore con una giornata di eventi e una mostra di foto

NAPOLI – Hanno quaranta anni, non li dimostrano ma li festeggiano. L’appuntamento per celebrare il compleanno dello storico gruppo operaio de E’ Zezi è per sabato prossimo, 19 settembre, alle 19 nella chiesa di San Domenico Maggiore dove andrà in scena l’evento “Quarant’anni suonati- ‘O padrone more e ‘o ciuccio canta”. L’happening contenuto nella rassegna “Estate a Napoli 2015” e nel programma dei festeggiamenti per la festa di San Gennaro si articolerà in diverse fasi: mostre fotografiche (Sant’Anastasia -‘A Flobert, Carnevale dei Zezi a Pomigliano, il Teatro contadino ed operaio dei Zezi); “La Cantata di Zeza” (antica rappresentazione carnascialesca itinerante in maschera); “Video” (A zig zag tra le musiche dei Zezi di 40 anni, Il carnevale di Pomigliano); presentazione del libro di Patrizio Esposito “E’ ‘na spina”. A conclusione il concerto con gli interventi di chi ha attraversato la storia assieme al gruppo durante gli ultimi 40 anni: la storica voce di Marcello Colasurdo, i Bisca, Daniele Sepe, Maurizio Saccone, Franco Perreca, Salvatore Iasevoli, Luciano Russo, Maura Sciullo, Tonino Esposito detto “o stocco”, Antonietta Toscano detta “ninoccia”.

“40 anni finalmente e continueremo ancora… – ha assicurato Massimo Mollo – Qualsiasi cosa si fa nella vita, bisogna avere la cultura del lavoro,del rispetto verso se stessi e verso gli altri,della difesa della dignità d’’a terra nosta,amara e stupenda. E soprattutto ricercate in voi la passione,la verità,l’amore per la nostra lingua e la nostra storia,venite ai nostri concerti e pensate,abballate, sbattiteve, chiagnite e rerite … Noi siamo padri e figli,mamme e ragazze,come tutti,siamo uguali a chi ci ascolta perché ascoltiamo,viviamo per strada,non siamo perfetti e qualcuno mollerà,ma chest’è ‘a vita. Una cosa è sicura …’E Zezi non moriranno … Mai…E vaffanculo malaciorta !!”

Gli ‘E Zezi-Gruppo Operaio sono uno dei gruppi storici dell’area campana, per folklore e per contenuti. Il nome deriva dal termine “Zeza”, una rappresentazione carnevalesca tipica delle culture contadine campane. Si formano tra le macchine dell’Alfasud durante gli anni ’70 con l’intento di creare ed diffondere musica che si contrapponesse alla visione borghese di quegli anni. Pomigliano è il calderone per eccellenza, simbolo dell’industrializzazione di quegli anni, di una promessa socio-economica di rilancio, città operaia per antonomasia: “’na lotta aggiuto a fa pe’ ce trasì … e quanno aggio trasuto mamm e l’arc che ‘mpressione) Il primo album è del 1975 intitolato “Tammurriata dell’Alfasud” in cui presenzia un giovane Daniele Sepe. Uno dei loro pezzi più famosi, tristi, è A Flobert, nel cui pezzo si narra della fabbrica di proiettili d’arma giocattolo di Sant’Anastasia esplosa alle 13.25 dell’11 aprile 1975: dodici operai muoiono sul colpo, d’età compresa tra i venti e i quarant’anni (tra cui alcuni in nero).

Vincenzo Perfetti

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest