Antonia Willburger: “Sogno Salerno Capitale della Cultura”

L’assessore alla Cultura traccia un bilancio a 6 mesi dalla sua nomina e annuncia i nuovi progetti

Il 16 luglio del 2019,  Antonia Willburger, viene nominata assessore alla cultura del Comune di Salerno, ruolo, fino a quel momento, rimasto scoperto in seno alla giunta Napoli. La nomina della Willburger, organizzatrice di eventi di successo nella vicina Vietri sul Mare e non solo, viene accolta come un segnale positivo da parte della maggioranza delle associazioni e degli organizzatori di eventi culturali cittadini. Oggi a 6 mesi da quella nomina, abbiamo incontrato la Willburger per fare con un punto sul suo lavoro e sulla situazione culturale a Salerno. Sono passati sei mesi dalla sua nomina ad assessore alla cultura del Comune di Salerno, come sono stati?

“Sono stati 6 mesi intensi, perché, da organizzatrice di eventi, ho dovuto imparare ad amministrare, a capire i meccanismi politici, capire il Palazzo e le sue le dinamiche, come si procede in determinate situazioni e come si fanno le cose, ho dovuto imparare a stare dall’altra parte. I primi tempi sono stati i più duri, avevo paura per ogni cosa,  sentivo il peso della responsabilità, del dover decidere su un progetto piuttosto che un altro. Quando sono arrivata a Palazzo di Città avevo un grande entusiasmo, volevo fare tutto e subito, poi però mi sono resa conto che ci sono tempi tecnici da rispettare, che purtroppo sono abbastanza lunghi, ma che non è colpa di nessuno, perché vanno rispettate determinate procedure, istanze, etc…, non è stato proprio facile”.

Le andrebbe di fare un bilancio sul tuo assessorato?

“Diciamo che dall’esterno qualcuno può pensare che abbia fatto poco. Ma in realtà non è proprio così. Durante queste vacanze natalizie molte persone mi hanno fermano per strada e mi hanno detto che si avverte la mia presenza, che sono contenti delle piccole, ma significative, iniziative che ho sposato e messo in atto soprattutto nel periodo delle “Luci d’Artista”. Tutto questo per me è un stimolo, un invito a procedere, a continuare. Non mi spaventa il lavoro, lavorare sotto stress mi da molta più energia e mi spinge fare sempre meglio. Sicuramente si poteva fare di più, ma bisogna dire che quando sono stata nominata assessore alla Cultura, molti dei progetti e degli eventi erano già stati programmati. Diciamo che sono riuscita ad aggiungere ad un programma già definito solo alcuni progetti che ho ritenuto validi ed importanti per la crescita culturale”.

Cosa rifarebbe?

“Rifarei sicuramente i concerti di musica classica nelle chiese durante il periodo di luci d’artista, appuntamenti che erano collegati a visite guidate nelle chiese che li hanno ospitati, perché è importante che le persone conoscano i posti che ospitano questi eventi. Credo che questo sia il biglietto da visita più importante che possiamo offrire ai nostri cittadini”.

Cosa avrebbe voluto fare ancora?

Sicuramente avrei voluto dare vita al portale della cultura. Lo reputo fondamentale per la nostra città. Lo scorso 27 agosto sono riuscita ad incontrare quasi tutti i rappresentanti delle associazioni salernitane, abbiamo iniziato un dialogo e stilato un programma, che ora va concretizzato. Pensavo di riuscirci in tempi più brevi, non è stato così. Però continuerò a lavorare su questo obiettivo. Piccoli passi avanti sono stati fatti, ora il prossimo passo è quello di riuscire a mettere in rete le varie istituzioni, Soprintendenza, Università, Comune. Abbiamo preparato già una serie di protocolli da realizzare ed uno di questi è il portale della cultura. Uno strumento importante, perché l’assessore alla cultura non deve essere colei che indica un evento, ma deve stabilire delle direttive, deve avere una cabina di regia, non esiste che venga a sapere le cose il giorno prima per il giorno dopo, Non esiste che vengano programmati due eventi nello stesso giorno e alla stessa ora. Un portale serve a questo a coordinare gli eventi, non solo quelli del settore Cultura, ma tutti gli eventi che si tengono in città e che meritano la massima attenzione, sia da parte delle istituzioni, che dei media, che del pubblico”.

Cosa non rifarebbe invece?

“Non ci ho pensato, forse dovevo essere un po’ più determinata, all’inizio ero troppo presa dal ruolo istituzionale che mi faceva paura, invece dovevo essere me stessa”.

Il suo rapporto con gli altri assessori?

“Diciamo che ovviamente è un rapporto che sta ancora crescendo. Con alcuni di loro ho trovato una grande sintonia, una collaborazione, con altri un po’ meno, ma andiamo avanti”.

Chi è Antonia Willburger?

“E’ una persona curiosa. Curiosa di conoscere altre persone, altre storie, altri eventi. E diciamo che questo ruolo di assessore mi ha dato questa grande opportunità. In questi 6 mesi ho conosciuto tante persone, ho scoperto tante realtà che forse non avrei mai incontrato e conosciuto se non avessi ricevuto questo incarico”.

Come sarà il “post 2019” di Salerno? In che modo si strutturerà la visione e la programmazione culturale della città?

“La visione è sempre quella della memoria. Fare più iniziative che riguardano la città, il suo periodo ricco, gli anni ’70, cercare di scovare le realtà di quel tempo, le storie, le tradizioni, diciamo che riprenderemo i fili di un discorso lasciato in sospeso. Poi cercheremo di recuperare i parchi cittadini con incontri letterali, musicali, piccoli monologhi, questo non solo per portare la cultura nei parchi ma anche per ridare loro vita, tenerli puliti, sistemati. Se si organizzano eventi culturali nei parchi, automaticamente questi dovranno essere più puliti, ben curati, quindi lo possiamo dire la Cultura porta anche a migliorare determinate strutture cittadine. Sto pensando ad una serie di piccoli eventi da tenere nelle strade del centro storico nel periodo estivo. Perché non si può pensare che a Salerno in estate, nel centro cittadino, c’è solo il Teatro dei Barbuti, bisogna ampliare l’offerta, poi bisogna pensare di organizzare grandi eventi in altre zone della città, come Mariconda e Mercatello, dove ci sono ampi spazi, e soprattutto posti auto. Questa città può avvicinarsi alla cultura solo vivendola quotidianamente, se non portiamo noi nelle strade e nelle piazze, i libri, la musica, il teatro, rischiamo di rimanere chiusi”.

Lei che cosa intende per cultura ?

“Per me la vita. Educazione e conoscenza, ed è la capacità di far uscire fuori la sensibilità che è in ognuno di noi e la creatività, in ogni situazione. Senza la conoscenza e l’educazione nessuno può avvicinarsi alle cose nel modo giusto. Ecco la cultura serve a questo, ad ampliare le conoscenze, la fantasia, la creatività, l’innovazione”.

Quali sono stati e saranno gli eventi culturali che il suo assessorato ha già predisposto in bilancio e predisporrà per il futuro nell’interesse della città?

“In primis il recupero delle tradizioni, partiamo dal Giorno della Memoria, con un incontro culturale organizzato con Roberto Giordano che ha scritto un libro su Irena Sendler. Poi proseguiremo con la rivisitazione del carnevale, ci siamo dimenticati del carnevale salernitano e della sua storia. Sto programmando un momento teatrale sul carnevale e, coinvolgendo il centro storico cittadino, una manifestazione per riscoprire e far scoprire le antiche ricette tradizionali di questa festa. A partire da fine febbraio daremo vita ad una serie di visite guidate gratuite della città per riscoprire e far riscoprire le nostre bellezze e i nostri tesori. Poi, come ho già detto, una serie di iniziative letterali e musicali da tenere nei parchi cittadini”.

A quanto ammontano le risorse finanziare che il Comune mette a disposizione del Suo assessorato?

“Non lo so, sono in attesa che l’assessore al bilancio, che in questo momento è infortunato, mi faccia sapere, la cifra a mia disposizione, anche se ho capito che non sarà una grande somma”

Quindi saranno risorse che Lei non reputa adeguate per svolgere compiutamente il Suo mandato?

“Certo, ma c’è le faremo bastare. Farò in modo di realizzare tutto quello che mi sono prefissa, magari anche con l’aiuto di qualche sponsor privato”.

Pubblico privato riescono a dialogare insieme per far crescere l’offerta culturale di Salerno?

“Assolutamente. C’è una buona apertura, una buona collaborazione con i privati, e ben vengano privati che possono e vogliono far crescere la cultura in città”.

Il sogno nel cassetto?

“Candidare Salerno come città della cultura. Ma questo lo si può fare solo se riusciremo a creare un festival unico nel suo genere, un Festival dei Festival, che ci caratterizzi, che parta dalla nostra storia, dalla Scuola Medica Salernitana, fino ad arrivare ai giorni nostri. Un festival che attraversi le varie epoche raccontandole attraverso il teatro, la musica, la danza. Un viaggio che vada come detto dalla Scuola Medica Salernitana fino al Contemporaneo. E diciamo che la strada che abbiamo intrapreso è quella buona, Salerno infatti, nel 2021, ospiterà il festival della danza contemporanea, ecco spero di poter creare intorno a questo grande evento  una serie di iniziative collaterali, come istallazioni contemporanee nel centro storico, come appuntamenti con la musica contemporanea, etc, tali da rendere il tutto un evento a 360°”.

Monica De Santis

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest