Udine, studente  stagista di 18 anni muore schiacciato in fabbrica: Lavorava gratis

Nell’occhio del ciclone è finito ancora una volta l’alternanza scuola lavoro, sostanzialmente un sistema di sfruttamento che consente alle aziende di impiegare forza lavoro poco specializzata a un costo zero.

Uno studente diciottenne, Lorenzo Parelli, è morto in un incidente sul lavoro mentre lavorava alla Burimec,  una azienda meccanica in provincia di Udine. Lorenzo stava frequentando un progetto di scuola-lavoro ed era al suo ultimo giorno di stage ovvero lavorava gratis, coperto solo da una polizza infortuni.  Durante dei lavori di carpenteria metallica, una putrella gli è caduta addosso, uccidendolo.

Lo studente stava frequentando un progetto nell’ambito dei “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – la vecchia Alternanza Scuola-Lavoro, in forza di una convenzione tra la scuola superiore che frequentava a Udine, l’Istituto salesiano Bearzi, e un’azienda meccanica che si occupa di realizzare bilance stradali.

Sul luogo dell’incidente sono stati inviati subito alcuni equipaggi dei vigili del fuoco, ma la caduta della pesante putrella ha ucciso lo studente all’istante. La zona della tragedia è stata transennata e sarà posta sotto sequestro per cercare di stabilire eventuali responsabilità di terzi.

 Indagini in corso da parte dei Carabinieri di Palmanova e degli ispettori dell’Azienda sanitaria: sul luogo della tragedia è arrivato il sostituto procuratore di turno di Udine.

Nell’occhio del ciclone finisce ancora una volta l’alternanza scuola lavoro, un sistema di sfruttamento che consente alle aziende di impiegare forza lavoro poco specializzata a un costo zero. I ragazzi si formano in aziende e luoghi di lavoro che non garantiscono il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle norme sulla prevenzione e la sicurezza antinfortunistica. Gli studenti sono stanchi di essere sfruttati. La cosiddetta “Buona scuola” e il Jobs Act introdotti dal governo guidato  da Matteo Renzi hanno distrutto  i diritti del lavoro e  annienta definitivamente la scuola. La scuola diventa così una semplice azienda capitalistica che eroga debiti e crediti ai consumatori di formazione.

Da un’inchiesta svolta dall’Unione degli Studenti emerge come l’alternanza scuola-lavoro di Renzi sempre più assume le forme di una scuola di classe, in cui i crediti formativi e la sua “obbligatorietà” confermano di rendere la vita più semplice a chi ne facoltà economica, rendendola invece più difficile, di quanto già sia, la vita degli studenti di famiglie indigenti. Necessarie anche svariate centinaia di euro per assicurarsi le ore necessarie a farsi promuovere a scuola. I giovani si ritrovano a pagare per il trasporto, per i pasti e tutto il resto dei costi accessori alla prestazione gratuita obbligatoria che devono offrire, per svolgere lavori principalmente da tappabuchi e a copertura di carenze di organico e per tamponare ai licenziamenti diffusi dovuti alla crisi.

La Buona Scuola è una legge che in sostanza sancisce lo sfruttamento a pagamento per i giovani appartenenti alle famiglie operaie.

E’ la  fotografia impietosa di una strategia mirata per dequalificare la scuola, svuotarla fino a farne uno scatolone di “corsi di formazione”, strapazzare gli studenti con il  lavoro gratuito, abituare le nuove generazioni all’obbedienza assoluta.

Si deve insegnare ai ragazzi ad amare la lettura, i libri, la conoscenza non mandarli al macello. Non si può rubare la vita ai ragazzi in questa maniera barbara usando la formazione per procurare manodopera gratuita alle imprese. Un massacro sociale.

Ciro Crescentini

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