La legge approvata dieci anni fa dal governo guidato da Matteo Renzi e dagli attuali dirigenti del Pd, Paolo Gentiloni, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Dario Franceschini, Graziano Delrio che svolgevano il ruolo di ministri in quell’esecutivo
Il gruppo dirigente partito democratico affigge manifesti propagandistici per elezioni europee rivendicando lavoro, dignità e cancellazione della precarietà sul lavoro ma rimane ambiguo su quali decisioni assumere in merito alla raccolta firme promosse dalla Cgil per abolire il Jobs Act la legge che ha sostanzialmente avallato licenziamenti, demansionamenti facili e precarietà sul lavoro.
La legge approvata dieci anni fa dal governo guidato da Matteo Renzi e dagli attuali dirigenti del Pd, Paolo Gentiloni, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Dario Franceschini, Graziano Delrio che svolgevano il ruolo di ministri in quell’esecutivo.
La questione è confusionaria nel Pd, lo dimostrano le parole di Elly Schlein in un’intervista a La7. Se Giuseppe Conte già il 1 maggio ha firmato il quesito della Cgil, la segretaria Pd, a ‘Tagadà’ è stata molto più cauta: “Ogni iniziativa del sindacato la guardiamo con grande attenzione, nel rispetto della sua autonomia. Chiaramente mi aspetto che tante e tanti del Pd daranno una mano in quella raccolta”.
Schlein e la sinistra Dem, ad esempio Andrea Orlando e tutti gli ex Articolo 1-Mdp, vorrebbero sottoscrivere il referendum della Cgil ma non possono farlo. Perché? Semplice: l’ala moderata del Pd, non solo gli ex renziani di Base Riformista (Lorenzo Guerini), ma anche la minoranza di Stefano Bonaccini e perfino la corrente di Dario Franceschini, che ha sostenuto Schlein alle primarie, è nettamente contraria. E, secondo i soliti bene informati nel caso in cui la segretaria schierasse il partito sul referendum per abrogare il Jobs Act di Renzi ci sarebbe una clamorosa scissione.
Dunque, la segretaria non vuole schierarsi in modo ufficiale con Landini, anche se molti iscritti e militanti Dem hanno firmato il referendum della Cgil. Giuseppe Conte, scaltro e furbo, ha utilizzato l’iniziativa del primo sindacato italiano per continuare la sua “guerra” elettorale con il Pd.
Intanto, Alleanza Verdi Sinistra è pronta ad appoggiare il referendum. Lo ha annunciato sui social il deputato di Avs, segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
CiCre