Reddito di cittadinanza, de Magistris in ritardo sui progetti utili

I consiglieri del Movimento 5 Stelle, Martano e Brambilla hanno presentato un’interrogazione

L’amministrazione comunale di Napoli non si è ancora attivata per  l’utilizzo dei disoccupati beneficiari del reddito di cittadinanza nei  progetti utili alla collettività, attività sociali che secondo le normative vigenti  dovrebbero essere svolte  per un massimo di 16 ore settimanali, pena la revoca del reddito.  I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Marta Matano e Matteo Brambilla hanno presentato un’interrogazione al sindaco Luigi de Magistris per sapere “quali iniziative e progetti l’amministrazione intende introdurre  per ottimizzare le risorse umane”. 

Cosa prevede il decreto sul reddito – All’articolo 4 del decreto legge 28 gennaio 2019   si legge che ciascun beneficiario del reddito di cittadinanza “è tenuto ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il medesimo Comune di residenza”. Una sorta di volontariato obbligatorio, quindi, da svolgere per “un numero di ore compatibile con le altre attività del beneficiario e comunque non superiore al numero di sedici settimanali”. Gli enti locali, si legge infine nel decreto, devono avviare le procedure per istituire questi progetti “entro sei mesi”.

 

In  estrema sintesi, il compiti del Comune di Napoli legato al Reddito di Cittadinanza sono quelli di:  verificare i requisiti di soggiorno e residenza dei richiedenti la misura (residenza in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo); convocare i richiedenti con bisogni complessi entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio; effettuare la valutazione multidimensionale e predisporre il Patto per l’Inclusione Sociale; attivare i progetti di presa in carico sociale anche dei beneficiari che sottoscrivono il Patto per il lavoro ove opportuno e richiesto; entro 6 mesi dell’entrata in vigore del decreto predisporre i progetti di utilità sociale per tutti i beneficiari che abbiano sottoscritto i Patto per il lavoro  Patto  (massimo 16 ore settimanali); alimentare le banche dati previste nel decreto; segnalare le informazioni sui fatti suscettibili di dar luogo a sanzioni o alla decadenza del beneficio. Palazzo San Giacomo tace. Tace l’assessore al lavoro competente. Tace il sindaco.

                                                                                                                                       CiCre

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest