Rdc in Campania, zero offerte di lavoro dai navigator? “Falso, ecco perché”

Parla Ilenia De Coro, una dei portavoce: “Tra periodo di formazione e presa in carico dei beneficiari, abbiamo iniziato solo lo scorso ottobre. E io da sola ho già 4 persone da far assumere. In Campania, da gennaio, in 62.000 percettori hanno sottoscritto un contratto”

Nel mezzo delle cronache pandemiche, sembrava un salto all’indietro nel tempo. A quando il mondo non conosceva il Covid, e in Italia la peggior iattura sembrava il reddito di cittadinanza. “Flop” del Rdc, e “regalo ai navigator” titolava sobriamente il Mattino, in un articolo di venerdì. La cui sentenza era: “Zero offerte di lavoro per i beneficiari del sussidio, nel Paese sprecati 180 milioni: la mediazione non ha funzionato”. E adesso “la mediazione”, cioè i navigator, prende parola per puntualizzare: “Quei dati non sono veri”. A parlare è Ilenia De Coro, una dei portavoce dei navigator campani. “Il discorso – dice – non è questo”.
Un momento. Un articolo dettagliato del Mattino ha fornito dei numeri. Quindi partiamo dalla cifre: davvero il vostro lavoro ha fruttato “zero offerte di lavoro” per i percettori del reddito?
Non è così.
E quali sono i vostri numeri?
Cominciamo col dire che in Campania i beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno sottoscritto almeno un contratto di lavoro sono 61.764, la percentuale è il 19%. Con un contratto attivo, al 31 ottobre 2020, sono 35.200. Ma come dicevo, il discorso è un altro, perché questi numeri riguardano solo in parte il nostro lavoro.
E allora mi spieghi.
Questa nostra attività è iniziata nel pieno della pandemia, e al di là di una serie di criticità dovute al momento, è importante il lavoro che stiamo facendo in maniera massiva. È vero che una parte di filiere o aziende in queste momento sono chiuse, però ce ne sono altre fondamentalmente aperte. Ma questo è solo una parte della nostra attività. Noi contattiamo le aziende, diamo un supporto per tutto quello che sono le misure incentivanti e le politiche attive che loro potrebbero utilizzare in virtù del loro tessuto aziendale. Questo processo non è soltanto legato a tempistiche immediate. Noi facciamo una valutazione dei fabbisogni delle aziende in prospettiva, anche da oggi a 12 mesi, perché ci sono i piani budget delle aziende per le assunzioni, che possono essere anche di periodi più lunghi.
In sostanza cosa state facendo?
Noi diamo una serie di informazioni utili per poter affrontar questo tipo di inserimenti, con una serie di sostegni, che possono essere sgravi o contributi, che possono dare respiro all’azienda. Anche perché in Italia c’è un grave problema di fondo, che è il costo del lavoro. Ci sono aziende che veramente avrebbero necessità anche per attività che vogliono ampliare nel loro organico, ma molte volte non possono farlo per il costo del lavoro elevato. Stiamo facendo un lavoro che non è mai stato fatto prima d’ora, cioè sostenere le aziende con un sistema gratuito e pubblico a sostegno del mercato del lavoro, che non è mai esistito. E le aziende questa cosa la apprezzano non poco.
Però siete spesso esposti a critiche, perché molti non credono all’utilità della vostra funzione, per trovare lavoro ai percettori del Rdc.
Il lavoro del navigator non era né di creare né di cercare il lavoro, ma di avvicinare la domanda all’offerta. Ma anche qui va fatta una precisazione.
Quale?
Noi abbiamo iniziato questa attività ad ottobre 2020. Siamo entrati a dicembre 2019, la Regione non ci voleva.
C’è stata una lunga e pesante vertenza, con i navigator della Campania assunti per ultimi in Italia.
Una volta assunti, abbiamo fatto la formazione, e quando è finita abbiamo preso in carico e orientato, fatto il bilancio delle competenze di 54mila beneficiari del Reddito di cittadinanza, che avevano sottoscritto il patto per il lavoro. Noi abbiamo un sistema congiunto con i centri per l’impiego: tutti quelli che hanno sottoscritto il patto per il lavoro con i Centri per l’impiego sono passati nelle nostre mani. Poi c’è stata la pandemia, gli uffici chiusi, si è fermato il processo. E siamo andati avanti: abbiamo fatto la mappatura dell’offerta formativa e il censimento delle aziende, ogni navigator ha un pacchetto di aziende, che avevano dei gap sulle informazioni. Abbiamo creato il nostro database e, su indicazione di Anpal, abbiamo iniziato un’attività legata alla domanda, cioè alle aziende. Ma a contattare le aziende abbiamo iniziato ad ottobre.
Quindi meno di due mesi fa
Esatto. In questo mese e mezzo io ho pubblicato 25 vacancy, le offerte di lavoro sui portali. Ho un piano assunzionale di queste aziende cominciato questa settimana e si chiuderà il 10 gennaio. In prospettiva, ma sono reali perché le risorse sono reali e verranno assunti, io da sola ne ho fatte 25, la prima è stata assunta questa settimana, ed è un beneficiario del reddito di cittadinanza. Un altro beneficiario sarà assunto il 15 dicembre.
In tutto, lei personalmente a quante persone è riuscita a “trovare lavoro”, per riallacciarci a quanto dicevamo all’inizio?
Dei miei, sono 4 i percettori individuati e che verranno inseriti. Poi c’è un’altra serie di risorse che verranno inserite con un altro sistema incentivante. Ma questa è solo una parte della nostra attività.
Vale a dire?
Non curiamo solo i beneficiari del reddito di cittadinanza. Con la consulenza alle aziende il nostro raggio di azione si è ampliato. Questo era previsto dall’inizio.
Per concludere: al di là della pandemia, quali le difficoltà maggiori?
Noi lavoriamo con un bacino che non è proprio semplice da collocare o ricollocare. Io ho un beneficiario di 40 anni, preso in carico e orientato, che ha la prima elementare. Questo dà un’idea.

Gianmaria Roberti


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