Pensione, ipocrisia finita. Boeri: “I 30enni d’oggi ci andranno a 75 anni con il 25% in meno”

Il presidente dell’Inps disegna lo scenario catastrofico “nell’ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell’1%”

ROMA – Tra i trentenni di oggi, nel 2050, “nell’ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell’1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione, e avranno prestazioni mediamente del 25% più basse”. La mazzata arriva dal presidente dell’Inps Tito Boeri al convegno Pensioni e povertà oggi e domani. Parole che metono fine ad ogni ipocrisia. “Avremo problemi seri di adeguatezza, che non potrebbero che aumentare  – specifica Boeri – nel caso di una crescita economica minore. Questo aprirà anche un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni. Occorre perciò affrontare molto seriamente il problema di introdurre strumenti forti di contrasto alla povertà”.

DONNE, FARE FIGLI COSTERA’ CARO – Se le donne tra i trenta e i quaranta anni decidessero tutte di avere un figlio, una su tre si dovrebbe accontentare nel 2050 di una pensione di 750 euro. Anche questo emerge dalla relazione di Boeri.  Uno studio dell’istituto previdenziale ha elaborato una simulazione ipotizzando una crescita media del nostro Paese dell’1%: le donne che avranno una pensione di 750 euro, in assenza di interruzioni di carriera saranno poco più del 15%. Se invece sceglieranno tutte di avere almeno un figlio, aumenteranno a oltre il 30%. “Naturalmente l’interruzione di carriera – sottolinea Boeri – non è una scelta, è una cosa che si subisce ed è un problema sul quale torneremo”.

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