Napoli, vertenza Anm, in campo i 69 lavoratori in esubero: “non siamo merce da buttare, ecco le proposte alternative”

I lavoratori rifiutano gli accordi capestro del “bere o affogare”

“Noi non ci consideriamo esuberi o merce da buttare. Noi possiamo essere valorizzati adeguatamente in Anm. Noi difenderemo con determinazione la nostra dignità”. Scendono in campo 69 lavoratori “individuati” come “esuberi” dall’Anm, azienda di trasporto di proprietà del comune di Napoli e dalla giunta comunale “ribelle” di Palazzo San Giacomo. I lavoratori scendono in campo diffondendo un articolato documento, presentando proposte che dovrebbero essere vagliate al tavolo di negoziato in corso in Prefettura.

“Quello che viene descritto dai media non è reale in quanto si vuole far credere alla opinione pubblica che il dissesto finanziario verrà risolto solo con il semplice trasferimento dei “69 esuberi” verso le altre partecipate – scrivono i lavoratori –  Esuberi che costano all’azienda 2 milioni 800 mila euro all’anno  mentre l’azienda ha una perdita di tre milioni di euro  al mese.

A tutt’oggi i Sindacati, Azienda, Comune e Regione Campania l’unico accordo trovato è stato quello di risolvere il tutto con un semplice referendum, palese incapacità di risolvere una problematica che affligge psicologicamente i lavoratori che navigano nel buio – continua il documento –  I referendum storicamente impone di scegliere il meno peggio, va da se’ che non vogliono assumersi la responsabilità di quello che hanno in testa sottolineano i 69 lavoratori –  Furbi loro, e farci sporcare a noi le mani avviando una inutile guerra tra poveri mantenendo in vita una giunta Comunale che definirla tale è un’offesa al buon governo di altre città e non la nostra la quale è rappresentata da un Sindaco che diserta tutte le riunioni fino ad oggi fatte, partecipando ad inaugurazioni pub, comparse televisive e radiofoniche dove asserisce di salvaguardare i lavoratori rendendo umiliante ancora di più la nostra vita sia lavorativa e personale”. 

Dichiarazioni durissime, un atto di accusa eloquente per un’amministrazione comunale che si definisce progressista.  Un’amministrazione comunale che dovrebbe concentrarsi, impegnarsi  di più  e a spada tratta per difendere, attuare gli articoli costituzionali che tutelano la salute e il diritto alla mobilità. Un governo cittadino che ha delegato ad un apparato dirigenziale e tecnocratico la gestione dell’organizzazione del lavoro.

L’Azienda Anm dichiara esuberi mentre ci sono attività come parcheggi in strutture, strisce blu, VTV, agenti di stazione (Metro Linea1), operatore FTA (Funicolare), senza considerare l’apertura delle nuove stazioni per i prossimi anni, rami aziendali dove c’è carenza di personale. 

“Denunciamo altresì incarichi ceduti a ditte esterne, tenendo presente di tutti gli sprechi aziendali partendo dalle semplici stampe accantonate in corridoi solo per favorire la società competente di conoscenze, telefonini aziendali, consulenze esterne (ufficio legale) e tanto altro ancora – sottolineano ancora i lavoratori –  Ci fa ridere che il tutto si ripercuote sui soli semplici 69 esuberi, facendo credere alla cittadinanza che il problema siano loro. Si parla di rendere efficiente un servizio senza personale e trasferendo le poche persone all’Asia e Napoli Servizi rendendo ancor di più disastrosa la situazione aziendale e dopo qualche anno ci saranno nuove assunzioni a costi più bassi”.

Semplici semplici le domande che sollevano i lavoratori:  Perché passare persone ad altre partecipate e svolgere mansioni come operatore ecologico con tutto rispetto parlando per questi lavoratori? Perché non ricoprire ruoli vacanti in Azienda aumentando la produttività?  Cosa bolle in pentola?”

 

Sulla vicenda scende in campo l’Usb, il sindacato di base. “L’amministrazione comunale di Napoli con a capo il “sindaco ribelle” dovrebbe iniziare a dire qualcosa di sinistra piuttosto che continuare a proporre la privatizzazione di attività e rami d’azienda generando esuberi e demansionamenti, a fronte del peggioramento del servizio pubblico reso ai cittadini e l’aumento dei ticket”.

                                                                                                                                                 Ciro Crescentini

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