Napoli, il Comune non paga, centinaia di imprese rischiano di fallire

L’allarme della Confapi

Le piccole e medie imprese che forniscono servizi e forniture al Comune di Napoli rischiano di fallire perchè l’ente di piazza Municipio ha accumulato notevoli ritardi per la liquidazione dei crediti e delle spettanze. Una situazione che si è ulteriormente complicata considerato che quasi due miliardi di euro di debito gravano sulle casse del Comune di Napoli: una situazione che ha conseguenze nefaste sulle piccole e medie imprese.

 

“La situazione economica in cui versa il Comune di Napoli è insostenibile – afferma Antonella Giglio vice presidente della Confapi, l’associazione dei piccoli e medi imprenditori – Da recenti stime risulta che al giorno d’oggi ogni napoletano (compresi i neonati) ha sulle spalle un debito da tremila euro all’anno, che verrà estinto solo nel 2047.  Le piccole e medie imprese forniscono beni e servizi anche essenziali al Comune: parliamo di welfare e assistenza alle fasce deboli, servizi per bambini, anziani e portatori di handicap ma anche dei vincitori di appalti per il settore terziario, per la manutenzione stradale e per la manutenzione degli immobili di proprietà del Comune di Napoli, sia al di sopra che al di sotto dei 40 mila euro – continua Giglio  –  Le Piccole e medie imprese si fanno carico da anni delle conseguenze di un problema che non è soltanto sociale: a minori pagamenti corrispondono minori servizi per i cittadini; ma soprattutto di tenuta economica – sottolinea la vice presidente Confapi –  Le lunghissime attese per vedersi liquidare le spettanze implicano tagli sul personale e dunque crolli nei consumi in alcuni casi concorrono pesantemente nel portare al fallimento aziende già provate dalla crisi”.

E non si escludono licenziamenti e cassa integrazione per i lavoratori e lavoratrici dipendenti. L’associazione sollecita il sindaco Luigi de Magistris ad attivare opportuni interventi per individuare soluzioni adeguate.

“E’ tempo che il sindaco si faccia promotore  presso la Regione o il Governo di un tavolo di concertazione che consenta la liquidazione, secondo rigoroso criterio cronologico, delle spettanze dovute alle Piccole impre erogatrici di beni e servizi per il Comune – conclude Giglio –  Da considerare anche la possibilità di un mutuo presso la Cassa depositi  e prestiti, allo scopo di eliminare la spirale dei ritardi nei pagamenti e il suo effetto domino sull’economia cittadina”

Ciro Crescentini

 

 

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