Lo spietato confronto fra l’Allianz Arena e lo stadio San Paolo

Lo confesso immediatamente: il paragone fra lo storico e glorioso stadio nostrano e l’Allianz Arena di Monaco di Baviera, è impietoso e forse oltremodo deleterio (soprattutto per la memoria di tifosi e amanti del calcio). Ma è forse opportuno conoscere come mentre da noi si discute di “accordi ponte”, si litiga su canoni di locazione non corrisposti, sulle percentuali da conferire alla proprietà (Comune di Napoli) derivanti dagli introiti pubblicitari e dagli incassi al botteghino, ci si scambia accuse al vetriolo (e non solo quelle), sussistono all’estero realtà tanto diverse -quanto fattibili- che dovrebbero almeno generare una qualche forma d’imbarazzo nei protagonisti di questa ennesima querelle in salsa partenopea. E’ interessante forse, capire come e perché ciò che da noi appare impossibile, altrove è gia stato realizzato.

Ubicato al margine settentrionale di Schwabing Freimann, borgo di Monaco di Baviera, l’Allianz Arena nasce attraverso due momenti ben definiti: l’esigenza e la partecipazione popolare.

In occasione dei preparativi per il Campionato mondiale di calcio 2006, infatti, le istituzioni politiche bavaresi, congiuntamente alle due principali società calcistiche cittadine, avviarono una verifica per l’attuazione di un profondo intervento di recupero ed adeguamento normativo-funzionale dell’esistente Olympiastadion (realizzato nel 1972) al fine di conformarlo ai requisiti normativi della FIFA. Tale indagine portò alla constatazione dell’impossibilità di trasformare l’impianto esistente in uno stadio adeguato agli attuali standard prestazionali. Nasceva quindi l’esigenza di realizzare un nuovo impianto che però non fosse funzionale solo ai Mondiali di calcio. Ma l’esigenza non era sufficiente e quindi, Il 21 ottobre 2002, gli elettori furono chiamati alle urne per determinare se il nuovo stadio dovesse essere costruito nell’attuale ubicazione, se l’amministrazione cittadina avrebbe dovuto fornire le infrastrutture necessarie, o se gli stessi preferivano, contrariamente al parere degli studi di fattibilità effettuati, che fosse ristrutturato l’Olympiastadion. Circa due terzi dei votanti decisero a favore della costruzione de l’attuale Allianz Arena. Costruzione che ebbe inizio nell’ottobre del 2002 (per terminare a maggio del 2005) e che registrò un costo finale di 340 milioni di Euro, onore finanziario questo, interamente coperto da capitali privati.

Consistente fu anche l’investimento da parte della città e dello Stato (circa 210 milioni di Euro) per lo sviluppo dell’area e il miglioramento delle infrastrutture urbanistiche. Le stazioni della metropolitana furono ampliate, dotate di altre gallerie di collegamento pedonale e per essere in grado di gestire il carico di traffico aggiuntivo, l’autostrada A9 fu ampliata a tre e quattro corsie aggiungendo, inoltre, un’altra uscita a nord dello stadio. Corposo anche, fu l’intervento finalizzato alla riqualificazione di un’area fino ad allora periferica. Grazie allo stadio, fu creato una sorta di viale verde attrezzato con percorsi pedonali, ciclabili, spazi gioco per i bimbi, chioschi, zone per l’allestimento di piccoli spettacoli all’aperto, spazi commerciali, punti di ristoro e spazi diversificati per lo svago ed il tempo libero. Lo stadio, che prende il nome dalla multinazionale Allianz, principale finanziatore dell’impianto, fu concepito (e tale è rimasto) come impianto destinato al solo calcio (niente concerti o altri sport), ma al tempo stesso ampiamente utilizzato in sezioni temporali indipendenti dallo svolgimento delle partite. E questo grazie alla presenza di sale conferenza, ristoranti, negozi sportivi, spazi per l’intrattenimento e altro ancora.

Oggi l’Allianz Arena (che nel mentre è diventato di totale proprietà della società di calcio Bayern Monaco) ha una capacità totale di 71.137 posti (sempre tutti occupati), contiene negozi, ristoranti, bar, un asilo e il Museo del Bayern Monaco che si estende su un’area di 3.000 m² e il più grande parcheggio coperto d’Europa. Parcheggio capace di accogliere 9.800 auto. Oggi occupa quotidianamente circa 400 addetti che diventano 3.000 in occasione degli incontri di calcio ed è diventata una delle principali attrazioni turistiche della città.

Domani, il Consiglio Comunale di Napoli, sarà chiamato a esprimersi nuovamente (la seduta del 30 settembre fu sospesa per mancanza del numero legale) sull’accordo ponte che dovrebbe consentire al Calcio Napoli di usufruire della struttura di Fuorigrotta fino a fine stagione a costi più bassi rispetto a quelli canonici dei servizi a domanda individuale in attesa che gli uffici comunali esprimano il loro parere sul progetto di restyling presentato prima dell’estate dal presidente De Laurentis.

Investimento previsto per i privati, venti milioni di euro. Investimento previsto per l’amministrazione, zero euro.
Francesco Bassini
Ph Francesco Bassini
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