Almaviva, licenziamenti evitati con la soluzione bocciata dal referendum dei lavoratori: via ai cds

Accordo al Mise: da domani e per 6 mesi partono i contratti di solidarietà con percentuali del 45% nelle sedi di Palermo e Roma e del 35% a Napoli. Il governo esulta ma tra i dipendenti serpeggia il malumore per un accordo che li penalizza ancora

Ci sono volute 17 ore e una notte di trattative al Mise, per trovare la soluzione alla vertenza Almaviva: che è proprio quella bocciata dal referendum dei lavoratori. Dunque, sono scongiurati i 3.000 licenziamenti (400 a Napoli) col ricorso ai contratti di solidarietà per 6 mesi a partire da domani.

L’accordo sui cds prevede percentuali del 45% nelle sedi di Palermo e Roma e del 35% a Napoli, senza condizioni economiche peggiorative per i lavoratori; la riduzione dell’orario di lavoro sarà pianificata ogni 15 giorni e potrà prevedere interventi di formazione, da definire con un accordo separato tra azienda e sindacati”. Entro sei mesi le parti sociali dovranno definire un nuovo accordo, che troverà applicazione in via sperimentale in alcune sedi di Almaviva Contact “sulla gestione della qualità, della produttività – si legge nel documento – e dell’analisi, del contatto a livello individuale, finalizzato a fornire le imprescindibili leve distintive che consentano di essere competitivi” e che sarà oggetto di apposita verifica al Mise, dove è stato istituito un tavolo ad hoc sulla vertenza, con cadenza mensile. “In considerazioni delle ulteriori misure – continua il testo – proposte dal governo per fronteggiare la crisi del settore dei call center, nonché della possibilità di fare ricorso alla solidarietà non oltre il 31 dicembre, le parti sociali hanno concordato di gestire eventuali esuberi, che dovessero residuare al termine dei sei mesi con il ricorso all’integrazione salariale in favore dei lavoratori del settore dei call center per un periodo massimo di 12 mesi”. Entro 6 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo, Almaviva Contact “si impegna a ridurre gradualmente il ricorso all’integrazione al reddito attraverso un incremento dei volumi di lavoro, che sarà oggetto di verifica da parte del tavolo istituito al Mise, sino al raggiungimento del 20%”. L’azienda si è impegnata a mantenere la sede logistica di Napoli e la sede di via Marcellini a Palermo. Dalle Regioni c’è l’impegno a finanziare corsi di formazione e riqualificazione del personale.

In queste ore suona la grancassa del governo e dei media allineati per l’accordo che scongiura, per ora, i licenziamenti. Grande malumore serpeggia invece tra i lavoratori, che subodorano l’ennesimo accordo al ribasso sulla loro pelle.

(Foto Clash City Workers/Fb)

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