Raffaele, papà-navigator costretto a emigrare: “Non posso aspettare, volo in Irlanda”

Lettera al governatore De Luca da un vincitore campano della selezione. Raffaele Annunziata, 51 anni, moglie e due figli bisognosi di cure specialistiche. In assenza di una risoluzione della vertenza, dovrà lasciare i familiari in Italia e trasferirsi all’estero, dove ha l’unica possibilità di lavoro

I navigator della Campania sono bloccati dal braccio di ferro tra la Regione e l’Anpal, unico caso in Italia. E come hanno imparato i lettori de ildesk.it, nelle sabbie mobili di una vertenza, ci sono 471 storie umane di lotta e precariato. Tutte simili e tutte diverse tra loro, ognuna con un carico di speranze appese a un filo, ma anche di fatali disillusioni. Tra loro quella di Raffaele Annunziata, 51 anni, moglie e due figli bisognosi di cure specialistiche. Raffaele ha scritto al governatore Vincenzo De Luca, l’uomo che ha in mano il destino di questi vincitori di selezione pubblica. La lettera è il testamento di una generazione bruciata dalla crisi e dalle mancate risposte della politica. “Per quel che mi riguarda, quest’assurda estate terminerà il 19 di questo mese – annuncia -Salirò su di un aereo e bye bye Italia: in meno di tre ore sarò in Irlanda, dove, oltre a liberarmi dell’afa troverò ad attendermi un lavoro economicamente gratificante. Potrei definirmi un ragazzo fortunato, invece dovrò lasciare in Italia mia moglie e i miei due bimbi di 7 e 3 anni”. La scelta di emigrare aveva, però, un’alternativa. L’unica opportunità di lavoro degli ultimi mesi “è stata quella per navigator – racconta -. Quando ho inoltrato la domanda di partecipazione alla selezione, mi sentivo garantito dal fatto che si trattasse di una selezione pubblica. Invece, io e altri 471 compagni di sventura ci ritroviamo vittime di questo brutto pasticcio”. Adesso non restano molte possibilità: i bambini necessitano di “terapie congrue”, finora “completamente a mio carico nonostante la legge 134/2015”. L’uomo si sfoga. “L’Italia fatica a comprendere – dice – come sia possibile negare questa opportunità lavorativa a 471 persone in una Regione tra le cinque in Europa a più alto tasso di disoccupazione. Di tutti i miei amici, sono rimasti qui solo quelli che avevano attività già avviate. Gli altri si sono trasferiti a Milano, in Francia, Olanda, Svizzera o Germania. Qualcuno anche in Portogallo, Albania e Grecia. Questa diaspora è il segno di una società bloccata, dove il male è il precariato vero, fatto di stipendi da fame, diritti negati e contratti rinnovati di settimana in settimana”. E tra le righe, affiora il rimpianto.  “Ho passato notti insonni – racconta – per prepararmi, perché – mi creda- nella mia situazione familiare, trovare tempo per studiare durante il giorno è una chimera, e non è detto che ci si riesca di notte, dal momento che non sono rare quelle insonni. Credo che a superare la selezione mi abbia aiutato soprattutto la determinazione e la disperazione di chi sa che un’occasione simile non gli si ripresenterà a breve”. Ma il tempo sta per scadere, almeno per Raffaele.

“Caro presidente –  conclude la lettera – questo incarico di collaborazione, che ci siamo guadagnati superando una selezione pubblica, rappresenta una possibilità di riscatto e affermazione della nostra terra. Non ci neghi questa opportunità e consenta a 471 risorse altamente qualificate di mettere finalmente le loro competenze a servizio della propria terra”.

girobe

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