Imprese campane smentiscono la vulgata che accusa queste figure di non aver procurato nemmeno un posto di lavoro. E chiedono al governo di prorogare il servizio: “Soddisfatti del percorso, prima nei centri per l’impiego non andava nessuno”
La vulgata li bolla come simbolo di spreco milionario – assieme al reddito di cittadinanza, cui sono complementari – e sentenzia che il loro bilancio è fallimentare: a 18 mesi dal via, nessun posto di lavoro trovato ai percettori della misura. Invece, ci sono imprese pronte a giurare sull’utilità dei navigator. Al punto da metterci la faccia, e certificare le assunzioni di beneficiari del reddito. Parliamo di contratti a tempo indeterminato, stipulati in Campania. “Nel 2019 abbiamo pubblicato un bando insieme ad Anpal per selezionare una trentina di figure, tutti macchinisti – racconta Michele Tremigliozzi, responsabile risorse umane di Interporto Servizi Cargo, azienda ferroviaria -. Loro hanno attivato i centri per l’impiego. Alla fine dello scorso anno abbiamo assunto a tempo indeterminato o, laddove c’erano i requisiti, in apprendistato, una ventina di persone, come primo blocco di quella trentina che andremo a inserire successivamente. In questo ci hanno seguito i navigator referenti per territorio”. Da tenere a mente un dettaglio: in Campania, i navigator hanno iniziato a lavorare per ultimi, e in grave ritardo, rispetto al resto d’Italia. A bloccarli erano le barricate del governatore De Luca, contrario al loro arrivo nei Cpi regionali. A lungo la Regione ha duellato con i governi gialloverde e giallorosso. O meglio con i 5 Stelle, sponsor del Rdc negli esecutivi. “Ai navigator abbiamo chiesto una panoramica su tutte le agevolazioni possibili – spiega Tremigliozzi-. Loro ci hanno seguito in tutti gli step, fino a restituirci una reportistica persona per persona di tutte le misure attivabili di politiche attive. Sono rimasto soddisfatto dal fatto che ci hanno dato una buona proiezione su almeno un biennio-triennio di tutte le politiche attive cumulabili per singola persona”. Insomma, i navigator si sono ben comportati. “L’esperienza non solo è stata positiva ma – aggiunge il dirigente di Interporto Servizi Cargo -, siccome noi abbiamo un piano di assunzioni, ho già attivato il navigator per programmare ancora meglio, se possibile, tutta la fase assunzionale”. Questo nei suoi auspici, perché in realtà c’è un punto interrogativo: il 30 aprile, in tutto il Paese, scadrà il contratto dei navigator. E la proroga non è all’ordine del giorno. “È un peccato perché onestamente io, che ho questo tipo di piano di lavoro – chiosa Tremigliozzi -, so che posso fare affidamento – mi perdoni la schiettezza, anche in modalità gratuita – su un servizio che se devo acquistare sul mercato mi porta un costo. Assicuro che prima di lavorare con due navigator, mi ero rivolto allo sportello di politiche attive del mio territorio, però la risposta non era stata granché. Con i navigator hanno creato un pool di persone che stava avviando un percorso specialistico. Se devo pensare ai centri per l’impiego tradizionali, mi viene un po’ di sconforto”.
Stessa lunghezza d’onda per Antonio Adamo, contitolare di Enterprise, azienda edile. “Per il momento – riferisce – ho chiuso due contratti, ma nei prossimi giorni ce ne saranno altri tre. Io veramente sono grato ai navigator. Ho constatato in prima persona che il problema non sono loro, ma tutto il sistema che non va”. Anche Adamo ha un po’ di magone, guardando al destino dei navigator. “Veramente non so come faremo – dice-, l’aiuto che danno per assumere i percettori del Rdc, non so chi potrà darlo, se davvero faranno scadere il contratto e non glielo rinnoveranno. Queste persone si dedicano anima e corpo a questo obiettivo”.
Di un’esperienza analoga narra Luigi De Biase, vice presidente della cooperativa Patto Sicurezza, con deleghe alla gestione amministrativa e al personale. “Io sono stato contattato direttamente da un navigator, siccome avevo l’esigenza di inserire una risorsa – afferma -. Lui è stato molto bravo a trovare la soluzione adeguata nel periodo di crisi per il Covid. Diciamo che assumere personale in questa fase non è una cosa molto semplice. Ho avuto una consulenza sicuramente utile e un affiancamento costante. Per me è una cosa positiva”. Per il profilo richiesto, la ricerca è andata a buon fine. “Abbiamo avuto modo di soddisfare una nostra esigenza, che – aggiunge De Biase – era quella di trovare una persona giovane che ci aiutasse, e soprattutto una persona da formare, perché ci occupiamo di consulenza in materia di sicurezza sul lavoro, il nostro è un settore di nicchia, dove trovare persone formate è complicato”. Anche in questo caso “il personale dell’Anpal si è messo a disposizione, ci ha agevolato molto e ci ha affiancato in tutta la trafila per l’attivazione del tirocinio formativo. Come struttura eravamo già in grado di offrire la parte legata alla formazione della risorsa, tutto quello che c’era da fare era di informarci sulle varie possibilità di assunzione che c’erano, trovare quella giusta e poi metterci in contatto con la risorsa. Che non è poco”. Il giovane percettore del Rdc “è stato già contrattualizzato con un tirocinio formativo di sei mesi, che sicuramente sarà prorogato. Dopo un anno di formazione, sarà regolarmente assunto a tempo indeterminato”. Lo stop ai navigator? “Non sarei d’accordo con l’interruzione così repentina del servizio – sottolinea il vice presidente di Patto Sicurezza -, bisognerebbe quantomeno continuare a sperimentare. Anche perché è tutto personale formato e competente della materia. E poi diciamoci la verità: oggi nessuna azienda si reca al centro per l’impiego”. Ma troppi fingono di non capirlo.
Gianmaria Roberti