Blitz di una quindicina di lavoratori dell’Usb durante la “Giornata nazionale della previdenza” a piazza Plebiscito
NAPOLI – Sit-in di protesta dei lavoratori Usb in piazza Plebiscito durante la “Giornata nazionale della previdenza” contro il progetto dell’Inps La mia pensione “che permette ai lavoratori di simulare l’andamento della propria retribuzione e il conseguente assegno pensionistico. Una quindicina di appartenenti all’Usb pubblico impiego ha raggiunto il tavolo con il presidente dell’Inps Boeri e il ministro Poletti, chiedendo di poter parlare. L’intervento della sicurezza ha causato qualche momento di tensione, con strattoni e spintoni. Alla fine i lavoratori hanno srotolato uno striscione con la scritta “pensioni pubbliche dignitose per tutti”. “Stanno ammazzando la previdenza pubblica a favore di quella privata – ha detto uno dei rappresentanti della protesta al microfono – e che il principale sponsor sia il presidente dell’Inps è per noi una vergogna”. Dopo questo intervento i manifestanti hanno lasciato la sala consentendo la regolare ripresa dei lavori. “La simulazione non è assolutamente attendibile – spiega Enzo De Vincenzo dell’Esecutivo Nazionale Usb – Il vero obiettivo è quello di mettere i giovani davanti alla prospettiva di avere in futuro una pensione corrispondente al 30% dell’ultima retribuzione in modo da farli aderire a fondi pensione negoziali e privati.” “Invece di preoccuparsi di assicurare in futuro – si legge in una nota diramata dal sindacato – pensioni pubbliche e dignitose a tutti, si continua a scaricare sul singolo lavoratore l’onere di costruirsi una pensione adeguata, inducendolo a rinunciare al proprio trattamento di fine rapporto per aderire a qualche fondo pensione”. “Assicurare una pensione pubblica e dignitosa a tutti è un dovere dello Stato – continua De Vincenzo – siamo venuti a ripeterlo oggi, all’interno della tre giorni, dove le postazioni dell’INPS e dell’INAIL sono assediate da banche e assicurazioni pronte ad accaparrarsi pezzi sempre più importanti di servizio pubblico. Attraverso la lotta all’evasione fiscale e contributiva e alla corruzione – conclude il sindacalista – possono essere recuperate risorse che in parte potrebbero finanziare il sistema previdenziale pubblico”.