Napoli, i disoccupati chiedono lavoro: ricevono manganellate

Le istituzioni locali continuano a rimanere indifferenti. La lotta continua

 Un 38enne napoletano incensurato è stato denunciato dalla Digos della Questura di Napoli per gli scontri che si sono verificati oggi davanti la sede del Consiglio comunale, in via Verdi, tra disoccupati e forze dell’ordine.

All’uomo la Polizia di Stato contesta i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lancio pericoloso di oggetti. I fatti contestati sono avvenuti dinanzi al palazzo di via Verdi – sede del Consiglio Comunale – dove alcuni manifestanti, aderenti a movimenti dei disoccupati napoletani, si sono radunati dopo essersi recati in piazza del Plebiscito dove ha sede la Prefettura.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, in via Verdi i manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti contro gli agenti delle forze dell’ordine. Uno dei disoccupati è stato portato in Questura dove è stato identificato e denunciato.

Dura la replica dei movimento dei disoccupati 7 Novembre e del Cantiere 167 di Scampia:

Le Istituzioni, la Prefettura e la Questura hanno in capo, unilateralmente, la responsabilità degli scontri avvenuti oggi – sottolineano in una nota i senzalavoro – È gravissimo l’atteggiamento di coloro che governano la città e gestiscono l’ordine pubblico e che, incapaci di portare a termine i propri compiti, incapaci di mantenere fede agli impegni assunti, incapaci di vincere con le strategie della divisione e del logoramento, decidono di sostituire le cariche alle risposte“.

Questi signori, all’aggravarsi della crisi sociale, scelgono di esercitare la propria funzione repressiva sui disoccupati in lotta e sui lavoratori in sciopero: fanno il proprio mestiere di servi e mazzieri dei padroni, gli stessi padroni che ammazzano un operaio al giorno nei luoghi di lavoro, che affamato milioni di famiglie e che chiedono e ottengono il dirottamento dei fondi per i servizi sociali verso le spese militari” – evidenzia la nota del Movimento- Noi? Non un passo indietro“.

Nella giornata di oggi, 24 Marzo, era stato convocato un nuovo incontro in Prefettura che avrebbe dovuto dare risposte immediate a questi impedimenti. Risposte che puntualmente non sono arrivate e che hanno nuovamente scatenato la rabbia collettivo del Movimento – affermano i disoccupati – Nel corso dei presidi e degli spostamenti da un palazzo istituzionale a un altro la polizia, come già aveva tentato di fare in alcuni degli ultimi appuntamenti di lotta, ha cominciato a caricare a freddo i disoccupati con una violenza inaudita. Si contano, nel corso di cariche che si sono susseguite una dopo l’altra, decine di feriti, alcuni dei quali per malori o per le contusioni sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere, il fermo di Ciro, da poco rilasciato, e altri fermi evitati dalla determinazione e dalla compattezza del Movimento

I disoccupati e le disoccupate anche questa volta hanno reagito e hanno risposto tenendo la piazza, ma dalle immagini e i video circolati in queste ore è evidente come le forze dell’ordine hanno scaricato una violenza indiscriminata verso la piazza. La gestione dell’ordine pubblico è oramai saltata e i tentativi di mediazione da parte della Questura sono sempre meno capaci di contenere la situazione – evidenziano i senza lavoto – Una situazione che è saltata per evidenti motivi e responsabili: in primis il Comune di Napoli, il quale continua a proporre soluzioni senza avere la capacità vera di applicarle e tentennando su ognuno dei punti proposti da loro stessi; la Prefettura che si è fatta garante di questo processo senza realmente incidere sulle difficoltà emerse; e infine la Questura di Napoli che continua ad alzare il livello della tensione in piazza per parare le responsabilità degli enti istituzionali per poi andare giù pesante con le centinaia di denunce emesse e gli attuali scontri in piazza

disoccupati caricati dalla polizia

Solidarietà ai disoccupati è stata espressa dal partito dei Carc, federazione campana.

Oggi, particolarmente duro l’attacco delle forze dell’ordine. Cariche e scontri. Diversi feriti tra i disoccupati e un fermo. Ma per la Magistratura, che spicca rinvii a giudizio con un’imbarazzante ordinarietà, sarebbero i disoccupati i violenti, i manifestanti non autorizzati, quelli che farebbero adunate sediziose. Un attacco, quello di stamattina, a suon di cariche e manganelli, per intimidire e arrestare la lotta dei proletarie e dei disoccupati di Napoli e della Campania -scrive il partito dei Carc – Ai compagni e compagne in lotta, compagni e compagne nostri, ci stringiamo per respingere questo attacco. Dalle nostre trincee di lotta, diverse ma unite a quelle dei disoccupati organizzati della nostra città, sosteniamo ogni forma e modo dell’indignazione popolare organizzata, ogni azione collettiva di insubordinazione al regime politico dei padroni, i loro enti, agenzie, autorità, istituzioni – continua la nota – Gli attacchi repressivi orditi da padroni e lacchè non mostrano altro che paura, debolezza e incapacità di governare la società da parte loro. L’antagonismo tra gli interessi delle masse e quelli dei capitalisti e delle loro istituzioni è sempre più evidente e sempre più le classi sociali si scontrano per fare fronte agli effetti più gravi della crisi. Il regime scricchiola, è tempo di passare all’attacco!

Avanti compagni, rendiamo i quartieri, le città e i territori ingovernabili. Fomentiamo la ribellione, la disobbedienza alle misure, alle decisioni, alle leggi e alle regole delle autorità borghesi e soprattutto mobilitiamoci e organizziamoci per gestire le nostre aziende, i nostri bisogni e i nostri quartieri – sottolinea ancora la nota del partito dei Carc – Individuiamo le misure necessarie per il diritto al lavoro, alla sanità, alla scuola, ai trasporti e a tutte le conquiste che anno dopo anno i padroni cercano di cancellare. Diventiamo il centro autorevole, diverso e contrapposto, alle autorità della borghesia. Alimentiamo l’azione comune, il dibattito politico e la solidarietà incondizionata contro la repressione

CiCre

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