Licenziati da Caltagirone con il jobs act, de Magistris chiede reintegro: “Si destrutturano i diritti”

Il sindaco sui 4 lavoratori impiegati presso il quotidiano Il Mattino: “In una città che ha particolare fame di occupazione ogni posto va difeso sperimentando qualsiasi strada perché il lavoro è strumento di dignità e non mera variabile di bilancio”

Il ricovero in ospedale di una dipendente, le accuse dei licenziati sulle modalità di esecuzione del provvedimento aziendale e, dulcis in fundo, l’attacco di de Magistris. E’ polemica rovente sul licenziamento di 4 lavoratori del settore poligrafico del gruppo Caltagirone, ricollocati nella società Servizi Italia 15 alcuni mesi fa e poi messi in mezzo ad una strada. Grande la tensione ieri nella sede del Mattino. Al punto che una dei 4 dipendenti licenziati, che prestava servizio nell’ufficio contabilità del quotidiano, è stata soccorsa da un’ambulanza a causa di un malore dovuto a una crisi di nervi subita  – secondo la lavoratrice – in seguito alla consegna della lettera di licenziamento in tronco (nella foto). Stando al racconto dei dipendenti allontanati, gli sarebbe stato impedito di entrare negli uffici: sarebbero stati scortati direttamente all’ufficio del personale dove hanno ricevuto la comunicazione aziendale, per poi essere riaccompagnati all’uscita. Non sono i primi licenziati dal gruppo Caltagirone, grazie alle norme del jobs act:  il 1 gennaio di quest’anno era toccata identica sorte ad altri 3 lavoratori. La vicenda è stata commentata dal sindaco de Magistris con toni preoccupati.

“Il licenziamento di quattro lavoratori tra amministrativi e poligrafici de “il Mattino” – ha scritto il primo cittadino su Facebook – rappresenta una brutta notizia per la città. Dopo aver collocato i lavoratori in società non aderente alla Fieg (Federezione Italiana Editori Giornali), quindi non soggette ai contratti nazionali di categoria, l’editore ha comunque proceduto ai licenziamenti concorrendo, di fatto, alle politiche di destrutturazione dei diritti del lavoro e del lavoro stesso troppo in voga nel nostro paese. L’auspicio dell’Amministrazione cittadina – ha aggiunto – è che non seguano altri licenziamenti e che l’editore apra un confronto per il reintegro dei quattro licenziati. In una città che ha particolare fame di occupazione ogni posto va difeso sperimentando qualsiasi strada perché il lavoro è strumento di dignità e non mera variabile di bilancio”.

 

L’ASSEMBLEA DEI GIORNALISTI DEL MATTINO CONDANNA I LICENZIAMENTI – L’assemblea dei giornalisti de Il Mattino, riunitasi per discutere della procedura di licenziamento avviata da Servizi Italia 2015, società del gruppo Caltagirone, nei confronti di quattro dipendenti, esprime piena solidarietà ai compagni di lavoro oggetto del provvedimento dell’azienda e grande preoccupazione per l’ennesima azione unilaterale avviata senza alcun confronto con i sindacati di categoria. “L’assemblea condanna fermamente, nella forma e nella sostanza – si legge in una nota -, la procedura di licenziamento adottata da Servizi Italia 2015 e invita la stessa a riconsiderare il provvedimento verificando tutte le strade possibili per la salvaguardia dei posti di lavoro, anche attraverso una ricollocazione dei quattro dipendenti all’interno delle aziende del gruppo. La parte editoriale (giornalisti), i produttivi (stampa, prestampa, archivio, servizi tecnici informatici, area di preparazione e rotativa) e i servizi (amministrativi, diffusione, uffici commerciale e del personale) hanno sempre costituito un corpo unico. Nel gruppo Caltagirone editore – prosegue – non è più così per effetto della scissione realizzata nei mesi scorsi, in seguito alla quale sono scattate le procedure di licenziamento. In questo contesto Il Mattino Spa si avvia al terzo stato di crisi in sette anni: il primo step è stato il contratto di solidarietà sottoscritto dai giornalisti nel marzo 2015. Il Mattino da oltre 120 anni è la voce dei napoletani e del Mezzogiorno. In un simile contesto di crisi l’assemblea dei giornalisti fa un appello a tutte le forze culturali, sociali e imprenditoriali perché stiano vicine a un bene comune qual è la testata fondata da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao”.

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest