Assunti ma senza lavoro né sostegni: i beffati del Covid

La paradossale condizione di una quarantina di dipendenti napoletani della Aviation Service, colosso dei servizi aeroportuali a terra. Hanno un raro tipo di contratto, part time misto. La pandemia li ha bloccati da novembre a marzo. Ora accusano: “Abbandonati dai sindacati”

Assunti a tempo indeterminato ma senza poter lavorare, per la drastica riduzione del traffico aereo. E tagliati fuori da cassa integrazione, sussidio di disoccupazione o altri sostegni. Sono i beffati del Covid, la quarantina di dipendenti napoletani della Aviation Service, colosso dei servizi a terra, presente negli scali di Capodichino, Roma Fiumicino e Ciampino, Bologna, Venezia. Sono ingabbiati da una rara tipologia di contratto: part time misto. “Quasi sconosciuto e ai limiti della legalità, per questo – dicono alcuni lavoratori – forse si tende a non parlarne troppo”. Il rapporto prevede 7 mesi a tempo indeterminato e 5 mesi senza lavorare. Ma solo sulla carta, perché in genere arrivano le proroghe, a 10-12 mesi, essendoci lavoro a sufficienza. O meglio: arrivavano fino all’anno scorso, l’anno della pandemia. “Quest’anno non c’è stato un operativo tale – spiegano alcuni di questi dipendenti – da poter giustificare il lavoro, e siamo stati messi da parte. Purtroppo questo prevedeva il contratto”. Ad aprile una parte di loro è rientrata al lavoro. Per una decina di persone, tuttavia, la ripresa slitta ancora. E non è solo questo: per tutti, non si ferma l’ottovolante contrattuale, nonostante il “tempo indeterminato”. E a novembre torneranno a casa di nuovo. Sono operai e addetti al check-in, e precisano di non avercela con l’azienda. “Dovevano essere i sindacati – sostengono – a trovare una soluzione un anno fa, per metterci a riparo da questa bruttissima situazione. Ci hanno promesso di portare avanti la nostra situazione, ma non abbiamo avuto ristori né a novembre né a dicembre”.
Si sarebbero, in teoria, potute spalmare le ore – trattandosi di un contratto a ore – sui restanti mesi, rimasti scoperti. Ma non si è fatto, per il mancato accordo con i sindacati. E quindi, da novembre a marzo, i lavoratori non hanno potuto usufruire della cassa integrazione, perché è come fossero sospesi; né della disoccupazione, siccome ancora sotto contratto; e neppure di sussidi, non essendo previsti, per i contratti a tempo indeterminato. Una condizione paradossale.

Gianmaria Roberti

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