Anpal, 350 mila beneficiari reddito di cittadinanza ha avuto un contratto di lavoro

La grande maggioranza dei contratti è stata a tempo determinato

Una buona notizia. Oltre 350 mila beneficiari del reddito di cittadinanza  ha trovato un lavoro da quando è stata istituita la misura. Lo fa sapere l’Anpal spiegando che si tratta di 352.068 beneficiari, pari al 25,7% di 1.369.779 di persone tenute a firmare il Patto per il lavoro.  La grande maggioranza dei contratti è stata a tempo determinato e al 31 ottobre i beneficiari Reddito di Cittadinanza con un rapporto di lavoro ancora attivo erano 192.851.   

Il 15,4% dei beneficiari ha stipulato un contratto a tempo indeterminato, il 4,1% un contratto di apprendistato mentre il 65% ha avuto un contratto a termine. Il resto dei beneficiati ha avuto contratti di collaborazione o intermittenti.

Con riferimento ai solo contratti a tempo determinato e di collaborazione – ha spiegato l’Anpal –  il 69,8% ha una durata inferiore ai 6 mesi (quindi per quanto riguarda i contratti a termine quasi 160.000 su 228.800) , il 20,9% tra i 7 ed i 12 mesi ed una quota del 9,3%supera la soglia dell’anno.  L’Anpal sottolinea che sono circa 55 mila i beneficiari che hanno avuto un contratto di lavoro con la qualifica di Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi (il 15,6% del totale).

Più di 48 mila, invece, hanno svolto un lavoro qualificato nelle attività ricettive e della ristorazione (il 13,7% del totale).  Se si guarda ai territori hanno avuto almeno un contratto il 47,5% dei beneficiari di reddito di cittadinanza obbligati alla firma del patto per il lavoro nella Provincia di Trento e appena il 19% in Campania. La percentuale è al 35,8% in Veneto, al 37%in Emilia Romagna e al 31,1% in Lombardia. Hanno una percentuale inferiore alla media nazionale (25,7%) sui contratti, insieme alla Campania, la Sicilia (19,2%) e la Calabria (24,1%).

Parisi, 1,8 mln posti disponibili ma no competenze disponibili nella forza lavoro – In Italia potrebbero essere attivati 1,8 milioni di nuovi posti se ci fossero competenze disponibili nella forza lavoro che invece mancano ha detto il presidente dell’Anpal, Domenico Parisi, in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera. Circa “1,8 milioni di posti disponibili -ha detto – non possono essere colmati perché mancano le competenze”. In particolare in Italia mancano le middle skill, quelle in pratica tra il diploma e la laurea. “Per quel che riguarda la sinergia tra politiche attive e politiche di sviluppo di nuovi mercati, sottolinea, l’Anpal vuole promuovere il modello delle industry academy, che prevedano un forte partenariato pubblico-privato, finalizzato a colmare lo skill gap. Viene coinvolta e valorizzata tutta la rete degli attori che intervengono sui diversi territori: imprese, ITS, Centri per l’Impiego, Agenzie private per il lavoro, Centri di formazione, Consulenti per il lavoro, università.

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