Violenze su bimbi dell’asilo, sospese 4 suore a San Marcellino

Per le religiose, i pm di Napoli Nord chiedevano gli arresti domiciliari, ma il gip ha respinto la richiesta. Sono accusate di schiaffoni, strattoni, tirate di capelli, chiudendo i piccoli in una stanza buia se non finivano presto di mangiare. A documentare i presunti abusi le telecamere dei carabinieri dopo la denuncia di alcuni genitori

Schiaffoni, strattoni, tirate di capelli ai bambini, chiudendoli in una stanza buia se non finivano presto di mangiare. È il quadro, per nulla misericordioso, delle accuse rivolte a 4 suore della scuola paritaria dell’infanzia Santa Teresa del Bambino Gesù, di San Marcellino, in provincia di Caserta. Per le religiose, i pm della procura di Napoli Nord chiedevano la misura cautelare degli arresti domiciliari e della sospensione per un anno dall’insegnamento. Ma il gip ha respinto la richiesta del provvedimento restrittivo, ritenuto sproporzionato alle esigenze cautelari. Però ha concesso quello interdittivo. Sono indagate Josie Tenorio Sapi e Genoviva Barete, entrambe filippine, rispettivamente di 47 e 54 anni; l’indonesiana 34enne Djonler Loyola; la madre superiora Anna Porrari, 76 anni. Tutte rispondono, in concorso, di maltrattamenti di persona a affidata per ragione di educazione e istruzione. La sola madre superiora anche di intralcio alla giustizia, perché avrebbe promesso una somma di denaro alla madre di un alunno che segnalava i maltrattamenti, pur di non farle sporgere denuncia. “Parlo io con le sorelle” avrebbe detto la Porrari. La mamma tolse subito il bimbo dalla scuola. Invece, a maggio un gruppo di genitori ci è andato davvero dai carabinieri di San Marcellino, a denunciare i presunti abusi, dopo le inutili segnalazioni alla scuola. Sarebbero 5 le vittime, con un’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Secondo i genitori, tutti manifestavano disagi psicologi e cambiamenti di umore, qualcuno sarebbero tornato a casa con i lividi. Dopo i loro racconti, le telecamere installate dai carabinieri documenterebbero le violenze. L’unica a non partecipare ai maltrattamenti sarebbe stata la madre superiora, accusata però di non averli impediti.

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