Vigile urbano ucciso 27 anni fa, arrestati 7 Casalesi di primo piano

L’omicidio di Antonio Diana fu eseguito l’11 febbraio 1989 a San Cipriano d’Aversa

Antonio Diana fu ucciso a 30 anni a San Cipriano d’Aversa, nel Casertano, l’11 febbraio 1989. Oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 “elementi apicali” del clan dei Casalesi ritenuti, a vario titolo, i mandanti e gli esecutori dell’omicidio del vigile urbano. L’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli è stata riaperta a maggio 2014 a seguito delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali l’ex capoclan Antonio Iovine. Secondo quanto ritenuto dal gip, il fatto si colloca nel contesto dello scontro armato tra le due fazioni del clan dei Casalesi: una, poi risultata vincente al termine del conflitto, capeggiata dalla triade Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto e mezzanotte”, e Vincenzo De Falco, detto “o fuggiasco”; e l’altra decimata militarmente e composta dagli affiliati  rimasti fedeli alla famiglia Bardellino e capeggiata dal nipote diretto di quest’ultimo, Antonio Salzillo detto “Capacchione”, alleato con Sebastiano Caterino detto “l’ervaiuolo” e con Luigi Venosa detto “cucchiere”. Il movente dell’omicidio è stato individuato nella necessità di vendicare l’assassinio di Michele Russo, nell’ambito del quale è stato ritenuto che il vigile avesse svolto il ruolo di “specchiettista”. I Carabinieri hanno eseguito l’ordinanza nelle province di Caserta, Napoli, L’Aquila, Ascoli Piceno, Parma e Viterbo.

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