Vigilante ucciso a Napoli, amarezza dei familiari: killer in permesso festeggia i 18 anni

La scoperta per le foto della festa sui social. La moglie di Francesco Della Corte: “Mi rivolgo a chi ha concesso quel permesso: io, che ho perso mio marito devo piangere, loro, invece, che me lo hanno ucciso, stanno ridendo”

C.U. a fine luglio ha compiuto 18 anni, ma non è un 18enne qualunque. È uno dei tre giovanissimi che, a Napoli, il 13 marzo 2018 uccisero a sprangate la guardia giurata Francesco Della Corte, nel tentativo di impossessarsi della sua pistola, all’esterno della stazione metro di Piscinola. La vittima spirò dopo alcuni giorni di agonia. I tre ragazzi sono stati condannati a 16 anni e 6 mesi di reclusione dal Tribunale dei minori di Napoli al termine del rito abbreviato, a fronte di una richiesta del pm di 18 anni di reclusione a testa. A gettare sale sulle ferite dei familiari del vigilante, le foto apparse sui social, in cui si vede C.U. festeggiare i suoi 18 anni durante permesso premio.

Il ragazzo ha chiesto e ottenuto il permesso di uscire temporaneamente dal carcere minorile di Airola (Benevento), tenendo conto delle valutazioni degli assistenti sociali. La festa si è tenuta in una canonica a poca distanza da Airola. Sono state scattate alcune foto che, qualche giorno dopo, una familiare ha pubblicato su un social network.

 

“È disgustoso – si sfoga Annamaria Della Corte, vedova del vigilante-. Mi rivolgo a chi ha concesso quel permesso: io, che ho perso mio marito devo piangere, loro, invece, che me lo hanno ucciso, stanno ridendo”. La donna ricorda: “Hanno affrontato un processo per omicidio senza versare una lacrima, mi guardavano negli occhi senza mostrare un minimo pentimento. Nelle foto pubblicate lui e i suoi amici ridono e si divertono e, a distanza di appena sette mesi dalla condanna”. Marta Della Corte, figlia dell’uomo, scrive su Facebook: “Vedere chi ti ha portato via l’altra parte del tuo cuore, a poco più di un anno dal fatto, così ritratto sui social, è dura e fa male”. La giovane si augura che “il 19 settembre”, quando è fissata l’udienza in Corte d’Appello del Tribunale dei minori di Napoli, “a queste persone non venga scontato nulla, ma che quel giorno la giustizia, come dovrebbe essere sempre e per tutti gli uomini in uno stato di diritto, faccia il suo corso”. Molto duro anche il fratello Giuseppe Della Corte: “È una vergogna, ma come è possibile che un killer, dopo solo un anno di galera, esca in permesso premio per festeggiare i suoi 18 anni?”. Il figlio della guardia giurata è convinto: “Sono stati troppo morbidi con gli assassini di mio padre. Capisco che è la legge, che era il rito abbreviato, ma già la condanna e’ stata irrisoria. Anche il premio. Capisco che chi gli ha concesso l’uscita poteva farlo, ma proprio non ne capisco il motivo”. E non è il solo.

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