
La candidata sconfitta: “Non cerco capri espiatori. Le alleanze potevano essere gestite meglio. Sono pesate lacerazioni interne del Pd
Si assume subito le sue colpe, proprio mentre il leader del Pd annuncia che commissarierà il Pd napoletano. “Grazie Matteo Renzi, su Napoli ha usato parole non scontate. È stata una battaglia difficile, iniziata in ritardo. Mi assumo la responsabilità e non cerco capri espiatori”. Valeria Valente, in conferenza stampa, parla della sconfitta elettorale. Si sfila subito dalla missione locale, in attesa del repulisti renziano (“Valuterò non da sola, nelle prossime ore, non oggi, se il mio contributo da consigliere comunale potrà essere utile o no”). Frena sulle ipotesi di inciucio con Forza Italia al secondo turno, in funzione anti de Magistris (“Andrò a votare al ballottaggio, ma chi voterò è scorretto dirlo oggi. Mancano quindici giorni. Lettieri? vediamo se riuscirà a convincermi”). Ma dopo queste premesse, inizia a regolare i conti. Anzitutto “le alleanze sono state fatte guardando al profilo e al programma ma il processo – afferma – andava spiegato meglio agli elettori e si è rivelata una scelta non positiva per noi visto il risultato. Le scelte sulle alleanze potevano essere sicuramente gestite meglio”.
E dopo il patto siglato a Napoli con Denis Verdini, dichiarando di non avere alcun imbarazzo, ora la deputata Pd rinnega l’alleanza con Ala. Nel risultato “sono pesate lacerazioni interne del Pd. Così come – sostiene Valente – sono pesati i cinque anni in cui potevamo fare meglio opposizione, siamo stati forse troppo ambiziosi nel pensare di rilanciare il Pd in due mesi, contemporaneamente alla campagna elettorale”. Ai cronisti che le chiedevano se il risultato sarebbe stato diverso con la candidatura di Bassolino, risponde: “Non avremo mai la prova del nove, ma abbiamo fatto le primarie e hanno scelto gli elettori del popolo del centrosinistra. Se scegliamo le primarie decidiamo che a scegliere sia il nostro popolo, che ha scelto di non votare Bassolino. Quindi alle elezioni sarebbe stato peggio”. Però ammette: “Se le primarie non sappiamo gestirle sono un danno e questa volta non abbiamo saputo farlo”. Non solo questa volta.