Unione Popolare si sfascia, Luigi de Magistris lascia l’incarico di portavoce

Lo smantellamento dell’organizzazione provocato dall’opportunismo di Rifondazione Comunista

Unione Popolare si sfascia. Non esiste più. L’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris lascia l’incarico di portavoce con una nota pubblicata su Facebook nelle prime ore di questa mattina. “Non più rinviabili ragioni di natura professionale e personale, su cui si sono aggiunte riflessioni anche politiche, non mi rendono più possibile ricoprire l’incarico di portavoce di unione popolare” – scrive de Magistris.

Stando ad alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti della sinistra radicale, lo sfascio di Unione Popolare è stato provocato dalle posizioni opportunistiche di Rifondazione Comunista guidata dal segretario Maurizio Acerbo, interessata più alle poltrone e al potere che alle lotte sociali sui territori. Emblematico l’accordo di potere stipulato recentemente dai rifondaroli con Matteo Renzi e Carlo Calenda nell’ambito delle elezioni regionali in Sardegna.

E non finisce qui. A quanto pare Acerbo sarebbe intenzionato a fare una lista di candidati con il giornalista Michele Santoro da presentare alle prossime elezioni europee.

La maggioranza di Rifondazione e Acerbo vogliono andare alle elezioni a tutti i costi con la lista Santoro – spiega un attivista di Potere al Popolo che preferisce rimanere nell’anonimato – la nostra organizzazione aveva chiesto di interloquire, come Unione Popolare, con Santoro sulla base di alcuni contenuti programmatici su cui non abbiamo avuto risposta. A questo punto abbiamo avanzato la possibilità di andare alle elezioni come Unione Popolare ma Acerbo non è disponibile. Al segretario di Rifondazione interessano le elezioni costi quel che costi e se ne frega anche della tenuta unitaria del suo partito. In questo contesto De Magistris si è dimesso e, credo, voglia concentrarsi su Napoli. Tutto qui. Per Potere al Popolo le elezioni non sono un feticcio, sono uno strumento ma non potevamo derogare da punti politici fondamentali (l’opposizione alla NATO, la definizione di genocidio in atto in Palestina, l’assoluta indipendenza dal PD) in nome di un accordo di potere con Santoro”.

Dunque, Rifondazione Comunista conferma doppiezza, conformismo, camaleontismo, sventolando le bandiere del radicalismo solo per ritagliarsi spazi o conquistare qualche poltroncina nel sottobosco e sottopotere politico a livello locale e nazionale. Nessuna novità. Basterebbe ricordare che Gennaro Migliore, uno degli attuali fedelissimi di Matteo Renzi, fino a qualche anno fa ha ricoperto la carica di capogruppo alla Camera di Rifondazione.

E sempre a proposito di poltrone, da evidenziare la scelta di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, di candidarsi alle europee con la lista Alleanza Verdi-Sinistra Italiana. Lucano motiva anche il suo “no” al Pd, che lo ha corteggiato ancor prima di Avs, ma che, a suo dire, è ormai incompatibile con le sue idee: “Non potevo legarmi ad un partito che ha accettato la guerra e l’invio delle armi all’Ucraina. Non ho voluto accettare una candidatura più facile e per la quale il raggiungimento del quorum non sarebbe stato un problema. Non so quanti politici rifiutano candidature sicure e scelgono l’incerto, ma io l’ho fatto”.

CiCre

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