L’azienda di proprietà del Comune di Napoli ripropone verbali di conciliazione con l’obiettivo di cancellare i contenziosi e le vertenze in corso. Tace l’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo mentre sarebbe in atto un processo di privatizzazione di un ramo aziendale
Napoli Servizi, azienda di proprietà del Comune di Napoli ancora nella bufera. Lavoratori e lavoratrici sul piede di guerra. Scissioni sindacali e tessere della Filcams Cgil strappate per rabbia. Un clima di tensione alimentato dai vertici aziendali con la complicità di alcuni sindacalisti aziendalisti che hanno avuto la faccia tosta di riproporre ai 1800 dipendenti (in particolare agli ex dipendenti di Napoli Sociale, società in liquidazione), altri verbali di conciliazione con l’immancabile obiettivo di neutralizzare tutte le cause pendenti presso il Tribunale del Lavoro e la Corte di Appello di Napoli e impedire altre rivendicazioni o nuove azioni legali.
Verbali di conciliazione che annullano diritti, mansioni, rivendicazioni acquisiti o maturati da anni e non riconosciuti. Ingiustizie avallate da un sistema di consociativismo sindacale e dai notabili politici.
In poche parole, i soliti capi e capetti aziendali sostenuti dai soliti sindacalisti aziendalisti commedianti ripropongono il gioco delle “tre tavolette” offrendo “pacchi e contropaccotti” roba da far invidia i noti professionisti di piazza Garibaldi.
La strategia aziendale, sostenuta da alcuni sindacati confederali e da sedicenti organizzazioni sindacali autonome di categoria, emerge con chiarezza nelle prime righe del verbale-patacca proposto ai lavoratori.
ECCO LA PARTE SIGNIFICATIVA DEL VERBALE RELATIVA ALLA STRATEGIA AZIENDALE – La Napoli Servizi S.p.A. ha da tempo avviato un confronto con le Organizzazioni Sindacali finalizzato al superamento del contenzioso lavoristico in essere, mediante la ricerca di soluzioni conciliative in grado di contemperare e
bilanciare gli interessi e le rivendicazioni patrimoniali avanzate dai singoli lavoratori in sede stragiudiziale e giudiziale, e l’esigenza, sempre più marcata, di una gestione della compagine societaria improntata a criteri di efficienza ed economicità; il citato confronto sindacale, si colloca nel prisma degli obiettivi prefissati, con verbale assembleare del 27 maggio 2022, dal Comune di Napoli, quale Socio dell’attuale compagine societaria, al fine di porre in essere una «piattaforma conciliativa finalizzata al superamento di alcune tematiche dell’attuale contenzioso giuslavoristico»”.
A proposito di strategia aziendale, stando ai soliti bene informati sarebbe in atto un processo di ristrutturazione che mira alla privatizzazione del “ramo sociale” della società. Una privatizzazione che guarda con interesse un noto consorzio di cooperative rosse.
L’azienda con la complicità dI sindacalisti aziendali e territoriali tenta di correre ai ripari perchè continua a perdere le cause nelle aule del Tribunale e rischia di essere travolta da altri centinaia di ricorsi.
Qualche esempio? La sezione lavoro del Tribunale di Napoli ha annullato i verbali di conciliazione sottoscritti da all’Ufficio del Lavoro riguardanti il trasferimento del personale da Napoli Sociale( azienda comunale in liquidazione) a Napoli Servizi. I verbali furono impugnati da una quarantina di lavoratrici che accusarono l’azienda di aver esercitato pressioni, estorto il loro consenso, minacciato il licenziamento per rinunciare all’inquadramento professionale, alle spettanze salariali precedentemente maturate. Le lavoratrici, sostenuti dalla “Rete e Soccorso per i Diritti” e difesi dalla combattiva avvocata giuslavorista Giuliana Quattromini presentarono i ricorsi al Tribunale del lavoro. Ricorsi accolti in primo grado e in appello.
I verbali-patacca hanno provocato una scissione nella Filcams Cgil. Un consistente gruppo di lavoratrici e lavoratori ha deciso di abbandonare l’organizzazione contestando la politica consociativa dei delegati aziendali e l’indifferenza degli esponenti territoriali.
La scelta dei lavoratori e delle lavoratrici è stata duramente criticata dalla solita sindacalista aziendale della Filcams con ben tre audio nella chat del gruppo WhatsApp. Soliti proclami demagogici, linguaggio triviale, deliri di un personaggio molto criticato dai lavoratori, riferimento di un noto consigliere comunale che nel giro di pochi anni ha cambiato quattro casacche di partito. Un campione del trasformismo politico.
E non mancano le rappresaglie contro chi si ribella al “sistema Napoli Servizi”. Nelle ultime ore sono aumentati i trasferimenti e gli ordini di servizio punitivi e strumentali nei confronti dei lavoratori dissidenti, tra cui il sindacalista dell’Usb, Franco Intocci.
Intanto, il Comune di Napoli, proprietario di Napoli Servizi continua a rimanere indifferente, legittimando storture e vessazioni in un’azienda pubblica che dovrebbe affermare i valori dell’etica e della responsabilità sociale. La domanda sorge spontanea: quando interviene la magistratura penale?
Ciro Crescentini