Stop inceneritore di Acerra, individuati quattro siti di stoccaggio: ma è scontro

Approvato alla Regione il piano per la manutenzione programmata dell’impianto: 42.000 tonnellate distribuite tra Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla. Altre 40.000 fuori Campania. Palazzo Santa Lucia assicura: depositi temporanei per non più di 90 giorni. Ma c’è allarme nei territori, e l’opposizione attacca

Da quanto si apprende i siti di stoccaggio “temporaneo” sono Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla, per un quantitativo complessivo pari al 70% del fabbisogno. Per il restante 30% è previsto l’utilizzo delle aree ubicate all’interno degli stir esistenti in Campania. Si è conclusa, ovviamente, in modo unanime la conferenza dei servizi convocata dalla Regione Campania, per affrontare lo stop di un mese dell’inceneritore di Acerra, per la manutenzione programmata. Al tavolo la città Metropolitana di Napoli e le altre province campane, con le rispettive società provinciali di raccolta dei rifiuti. La conferenza dei servizi ha approvato un programma per fronteggiare il fabbisogno complessivo di 82.000 tonnellate di frazione secca su base regionale. Circa 40.000 tonnellate finiranno fuori Regione, le rimanenti 42.000 tonnellate arriveranno nei siti di stoccaggio temporaneo. Ma è proprio sulla durata dei depositi che si accende lo scontro. Da Palazzo Santa Lucia filtra l’impegno a non andare oltre i 90 giorni. Ma le comunità sono in allarme, e anche l’opposizione regionale esprime dubbi. “Si finirà – afferma Vincenzo Viglione del M5S – col produrre nuove ecoballe. Si rimetta mano a legge e piano del 2016″. Per il consigliere pentastellato “a tre anni dal dal varo della legge rifiuti, siamo dovuti tornare indietro di 20 anni e ricorrere agli espedienti catastrofici individuati in era Bassolino e di cui ancora paghiamo le conseguenze”. “Siamo tornati ai trasferimenti fuori regione, con – aggiunge Viglione – prezzi lievitati fino a 200 euro a tonnellata a spese dei cittadini della Campania, dopo un numero imprecisato di gare andate a vuoto. Soprattutto, torneremo a produrre ecoballe, aggiungendo 42mila tonnellate di rifiuti da stoccare ai circa 5 milioni di ecoballe che portiamo in eredità”. E “nell’affrettarsi a dire che per le nuove ecoballe è da escludere un rischio stoccaggio in tempi superiori ai 90 giorni previsti per legge – attacca l’esponente dei 5 stelle -, l’assessore Bonavitacola e il suo capo De Luca ci spieghino quali garanzie danno a supporto di questa convinzione, tenuto conto che le vecchie ecoballe, stoccate quasi un quarto di secolo fa e che, negli annunci di De Luca e dell’allora premier Renzi, dovevano essere già da tempo un ricordo, ancora giacciono in bella mostra nella nostra regione”.

 

Bordate anche da Forza Italia. “Che l’impianto di Acerra avrebbe dovuto subire uno stop – dice il capogruppo Armando Cesaro – lo si sapeva da oltre un anno e pertanto non è tollerabile che a dover subire l’assoluta incapacità di programmazione siano sempre gli stessi territori. Non è accettabile che Caivano, seppur temporaneamente, torni ad essere la pattumiera della Campania”.
“Mi pare evidente che-sostiene Cesaro-, come abbiamo sempre denunciato, l’intera architettura del ciclo di smaltimento rifiuti nella nostra regione è a dir poco inadeguata, fallimentare. Naturalmente, per quanto riguarda i tempi dello stoccaggio non ci accontentiamo di semplici annunci del governo regionale, pretendiamo una data certa entro e non oltre la quale saranno rimosse tutte le ecoballe”.

 

Ci va giù duro anche Legambiente. “A pochi giorni dallo stop dell’inceneritore di Acerra – dichiara il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato – si trova un accordo sui siti di stoccaggio provvisorio. Quattro giorni prima per far  fronte ad una situazione di cui si ha notizia  da più di un anno. La tragicommedia dei rifiuti in Campania continua ad essere trattata con il metodo dell’emergenza e non della pianificazione e della gestione. Ci auguriamo che  il piano presentato non solo sia nel complesso capace di evitare scene già viste di rifiuti per strada, ma soprattutto rispetti i tempi previsti in 90 giorni per i siti di stoccaggio temporaneo. Le comunità sono stanche e  sfiduciate e rispettare i tempi è fondamentale e necessario”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest