De Luca: “No a termovalorizzatori e discariche, al governo ho chiesto 600 milioni per l’attuazione”

NAPOLI – “In Campania no ai termovalorizzatori, no alle discariche, ma incremento della raccolta differenziata”. Il governatore De Luca parla del piano rifiuti e distribuisce ceffoni. Come preannunciato, si tratta di una sterzata di 180 gradi rispetto a quanto previsto dalla giunta precedente, a cui riserva il primo schiaffo. “L’Unione Europea ha verificato che non è stato realizzato nulla del piano presentato”. Scenografia minimal, ai lati cartelli con due slogan. “Mai più ecoballe” e “Mai più Terra dei fuochi”. De Luca spiega che il piano da presentare alla Ue mette in cima la vergogna del sito di Taverna del Re a Giugliano, con i suoi 6 milioni di ecoballe. Un’agenda concordata col governo, che “paga 120mila euro per ogni giorno in più senza risolvere il problema”. Lo stesso governo che nello Sblocca Italia prevede l’opzione di un altro inceneritore in Campania, esclusa da Palazzo Santa Lucia. “Entrerebbero in funzione almeno tra 4 anni e servirebbero 20 anni per rimuovere le ecoballe”.

 

Il piano punta a spacchettare la montagna di rifiuti giacenti da anni a Giugliano: per 1/3 andranno fuori regione, per 2/3 “prevediamo la riqualificazione degli impianti Stir di Caivano, Tufino, Giugliano e Villa Literno”. Inoltre “utilizziamo aree industriali dismesse per realizzare impianti di compostaggio sul modello di Salerno”- Assieme all’utilizzo degli impianti, “obiettivo è l’incremento del 10% della raccolta differenziata  – spiega De Luca – per rafforzare il nostro no ai termovalorizzatori: serve grande senso civico”. Per realizzare il piano c’è il nodo delle risorse. “Ho chiesto l’intervento del governo perché si faccia carico dei 600 milioni necessari per lo smaltimento delle ecoballe”. Lo “sceriffo” De Luca promette: “Bisogna identificare chi sia il proprietario delle ecoballe prima del 2006 perché dovrà pagare 400 milioni per lo smaltimento”. Tra una sberla e l’altra, un buffetto arriva anche a Gigi D’Alessio, che domenica si esibirà in uno spettacolo gratuito alla Reggia di Caserta. ” I concerti per la Terra dei Fuochi vanno anche bene, ma chiamiamoli ‘Terra dei Fiori’ invece che MalaTerra”. Ma il vero braccio di ferro rischia di essere con Palazzo Chigi, al quale la Regione avanza richiesta di finanziare il piano, puntando ad un accordo entro 10 giorni da inserire magari nel “masterplan” per il Mezzogiorno. Il no agli inceneritori è duro da digerire, e la maxi multa comminata da Bruxelles il governo ha l’intenzione di farla pagare alla Campania, come ricordò tempo fa il ministro Galletti. “Soldi che paga Padoan, noi  – ribatte De Luca – possiamo dargli solo la solidarietà, oppure la giacca che indosso, soldi zero”.

 

COMPOST A SCAMPIA – Nel nuovo piano rifiuti della Regione Campania è prevista la realizzazione di almeno quattro impianti di compostaggio chiusi per la lavorazione dell’umido. Saranno finanziati dalla Regione con “cento milioni di fondi europei, visto  – afferma il governatore – che un impianto come quello di Salerno costa circa 25 milioni”. Ai cronisti che gli chiedevano se nel progetto rientra l’impianto di compostaggio del Comune di Napoli a Scampia, già previsto, De Luca ha risposto: “Su questo decidono i sindaci, non dipende da noi, mi permetto però di raccomandare che si faccia una scelta sostenibile, più lontana possibile dalle abitazioni e magari non in zone che già hanno problemi sociali. Su certe scelte  – aggiunge – farei un approfondimento di riflessione. Noi abbiamo pensato ad aree industriali abbandonate”.

 

ECOBALLE NELLE CAVE –  De Luca era favorevole al ciclo di smaltimento che include gli inceneritori, ai tempi dell’emergenza rifiuti, come ricordato da ildesk.it. Ha però cambiato idea “non per una posizione ideologica, ma perché costruire un impianto significherebbe 350 milioni di spesa e l’entrata in funzione non prima di quattro anni, dopo di che un impianto da 300.000 tonnellate annue  – spiega – ci mette vent’anni per eliminare le ecoballe”. Il no alle discariche invece è motivato dal fatto che “i rifiuti inertizzati possono essere stoccati nelle decine di cave abbandonate visto che nelle ecoballe la frazione umida  – aggiunge – ormai è praticamente inesistente e che dalle ecoballe stesse verranno tolti i materiali ferrosi e di plastica”.

 

 

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