Nelle conversazioni allegate all’ordinanza eseguita stamane spuntano i nomi di Paola Raia e del presidente della commissione regionale antimafia, Carmine Mocerino. Ma entrambi non sono indagati

Spuntano anche i nomi dei politici nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia eseguita oggi dai carabinieri nei confronti di 21 indagati ritenuti appartenenti ai clan D’Avino e Anastasio. Nel 2013, in occasione delle comunali a Somma Vesuviana, il boss Giovanni D’Avino dal carcere si interessava della tornata elettorale. Ufficialmente fingeva di appoggiare la candidatura a consigliere della nipote Concetta D’Avino. In realtà dava mostra di puntare sullo schieramento opposto, ritenuto più affidabile. Nell’ordinanza firmata dal gip, Paola Valeria Scandone sono diverse le conversazioni intercettate nel carcere di Benevento tra il capoclan, la convivente Anna Giuliano e il figlio Ferdinando, detto Nando, anche lui detenuto. La nipote si candidò nella lista di Raffaele Allocca, sindaco riconfermato, che a dire del boss non avrebbe mantenuto presunte promesse per l’assunzione di familiari, fatte al fratello Franco (il primo cittadino morirà nel febbraio 2014). Concetta D’Avino però non fu eletta, raccogliendo solo 110 voti. Il boss, il 2 maggio 2013 alla convivente disse di far sapere al consigliere regionale Carmine Mocerino che l’appoggio vero era ad altri: “Ha detto Giovanni il mio voto è vostro”. Mocerino, che non è indagato, è il capogruppo di Caldoro presidente, ed è l’attuale presidente della commissione regionale antimafia, in sostituzione di Monica Paolino (Forza Italia), indagata a settembre 2015 per voto di scambio politico-mafioso. Dalle intercettazioni emerge la volontà del clan di appoggiare il candidato sindaco Paola Raia (anch’ella non indagata), sostenuta dal consigliere regionale. Mocerino è “indicato come  – scrive il gip nell’ordinanza – perfettamente consapevole dello status di Anna  Giuliano come compagna del boss”. La convivente del boss, in una conversazione, sostiene che il politico le avrebbe detto incontrandola in strada “vediamo alla regione, vediamo cosa posso fare nell’ospedale e non nella clinica”. Circostanze comunque ancora tutte da riscontrare.

 

 

MOCERINO: “SOSTEGNO A MAGISTRATURA E FORZE DELL’ORDINE” – “Pieno sostegno e plauso all’azione della magistratura ed alle forze dell’ordine. Esse garantiscono un costante presidio di legalità in territori difficili”. Carmine Mocerino, presidente della Commissione speciale Anticamorra e Beni Confiscati della Regione Campania, commenta le vicende scaturite dall’ordinanza sul clan D’Avino. Il politico, in una nota, afferma che “il mio impegno, da sempre, è lavorare per rafforzare l’argine contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. Continuerò in questo percorso con determinazione in totale sintonia istituzionale con le diverse autorità preposte e respingendo tutti i tentativi strumentali di minare questa attività”.

 

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