Se il pm anticamorra attacca Libera che minaccia querela: così va in pezzi un doppio tabù

Un polverone per le dichiarazioni di Catello Maresca sulla presunta deviazione dagli scopi originari dell’associazione di don Ciotti, in cui sarebbero rilevanti ormai gli interessi economici. Ma il prete antimafia replica furibondo: “Non gestiamo beni confiscati. Non lasceremo distruggere la dignità di migliaia di giovani”

NAPOLI – Un polverone per l’intervista del pm anticamorra a Panorama. Catello Maresca, il magistrato che coordinò la cattura del boss Zagaria, tocca uno dei santuari dell’antimafia culturale: Libera, e la presunta deviazione dalla purezza originaria dell’associazione di Don Ciotti, accusata di essersi fatta contaminare dagli interessi economici. Parole che hanno scatenato l’ira e l’amarezza del sacerdote. “Noi questo signore lo denunciamo. Uno tace una volta, due volte, tre volte, ma poi si pensa che siamo nel torto. Quando viene distrutta la dignità di migliaia di giovani è dovere ripristinare verità e chiarezza”. ». Maresca afferma: “Se un’associazione, come Libera, diventa troppo grande, se acquisisce interessi che sono anche di natura economica, e il denaro spesso contribuisce a inquinare l’iniziale intento positivo, ci si possono inserire persone senza scrupoli che approfittando del suo nome per fare i propri interessi. Libera  – spiega il pm – gestisce i beni attraverso cooperative non sempre affidabili. Io ritengo che questa antimafia sia incompatibile con lo spirito dell’antimafia iniziale”. Critiche aspre, che provocano una raffica di reazioni. Oltre all’immancabile Rosy Bindi (“parole offensive che non mi sento minimamente di condividere”), arriva la scomunica di Claudio Fava: “Affermazioni calunniose e ingenerose”. Anche Maurizio Landini, leader della Fiom, prende le parti di Libera: “Condivido quello che ha detto Don Ciotti, questo è fango. Attaccare oggi Libera credo sia la cosa più grave che si possa fare in questo Paese e credo sia un modo per dare spazio a chi non vuole combattere seriamente le mafie e la criminalità organizzata”. Critiche che destano sensazione, se accostate ad uno dei pm più esposti nella lotta alle mafie, da anni nel mirino dei Casalesi. Quel che non digerisce Don Ciotti è l’accusa a Libera di gestire beni confiscati. “Mi fa piacere – afferma il prete antimafia – che il direttore dell’Agenzia per i beni confiscati Umberto Postiglione abbia ribadito che le associazioni ricevono in gestione i beni, Libera non riceve alcun bene. Libera promuove, agisce soprattutto nella fase della formazione. Sono pochissimi i beni assegnati a Libera che gestisce 6 strutture, di cui una a Roma e una a Catania con tre camere, su 1600 associazioni che la compongono”. L’attacco a Libera rompe un tabù. Ma anche l’annuncio di un querela della più nota associazione antimafia contro un pm in prima linea.

(Foto UniPegaso/Youtube)

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest