Sanità, la grande falce sul personale in Campania: -16mila unità: “Decreto inadeguato”

I vertici regionali di Cgil medici e funzione pubblica: “Da rigettare il provvedimento proposto dal commissario e sub commissario ad acta, entrambi nominati dal governo nazionale. Non calcola il reale fabbisogno”

Nell’arco di sette anni i dipendenti degli ospedali e delle strutture sanitarie della Campania si sono ridotti di 16 mila unità. Lo denunciano i vertici campani della Cgil medici e della funzione pubblica. “Il decreto sul fabbisogno del personale nelle aziende sanitarie campane proposto dal commissario e sub commissario ad acta, entrambi nominati dal governo nazionale,  è da rigettare perché inadeguato – sottolineano Alfredo Gardi, segretario generale della Cgil funzione pubblica campana e Giosuè Di Maro segretario regionale della Cgil Medici – E’ inadeguato perché non calcola  il reale fabbisogno di personale, confuso nel percorso metodologico, disattento rispetto ad alcune disposizioni normative e soprattutto incapace di garantire appropriatezza delle prestazioni e risposte ai bisogni di salute dei cittadini”.

 

 

I dati forniti dalla principale organizzazione sindacale dei lavoratori smentiscono “sonoramente” i commissari. Infatti, rispetto al personale in servizio al 31 dicembre del 2014, il provvedimento propone un incremento complessivo di 4951 unità, comprendente personale di comparto, medici, veterinari, operatori socio sanitari e dirigenti del Servizio sanitario regionale di cui 1.412 unità da impiegare esclusivamente per l’Ospedale del Mare. “Considerato che, dal 2007 al 2015, i dipendenti del Servizio sanitario regionale si sono ridotti di circa 16 mila unità a causa del blocco del turn over del personale è evidente come il numero di personale proposto sia sottostimato rispetto alle reali necessità e inadeguato per assicurare efficacia del Sistema Salute” – ribadiscono i due dirigenti sindacali –  Inoltre, la correlazione negativa tra personale ed esternalizzazioni dei servizi sanitari sottende una “larvata” privatizzazione del servizio pubblico”.  Ma i Commissari di nomina governativa non avevano il mandato di migliorare i Livelli essenziali di assistenza(Lea),  di rendere efficace il Sistema Salute della Campania e di garantire l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini dopo anni di tagli lineari? “Invece, sembra che stiano continuando le politiche “ragionieristiche” con il progressivo depauperamento della sanità pubblica attraverso una riduzione delle risorse umane ed uno smantellamento del sistema salute pubblico” – concludono i sindacalisti della Cgil.

Ciro Crescentini

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