Giuseppe Catena in prognosi riservata. I parroci: “Dopo l’omicidio di Genny Cesarano avevano promesso più sorveglianza ma nulla è cambiato”

NAPOLI –  Le sue condizioni sono gravi ma i sanitari sono fiduciosi. Resta riservata la prognosi per Giuseppe Catena, il 29enne dipendente di un pub colpito da un proiettile vagante mentre stava depositando rifiuti all’esterno del locale in piazza Sanità a Napoli. Il giovane è rimasto coinvolto nell’agguato nel quale è stato ucciso il boss Pietro Esposito. Catena è stato sottoposto a un intervento chirurgico nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove è stato trasportato da un amico che lo ha soccorso. Il proiettile lo ha ferito all’addome.

 

I PARROCI: “PROMESSE NON MANTENUTE”- Il prossimo 5 dicembre alla Sanità era già prevista una manifestazione organizzata dai parroci con le comunità parrocchiali degli altri quartieri difficili della città. L’ultimo fatto di sangue è spunto per rilanciare l’allarme. Don Antonio Loffredo, padre Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanotelli, tutti preti “di frontiera”, ricordano gli impegni presi dopo la morte di Gennaro Cesarano, lo scorso 6 settembre. “Sono state fatte tante promesse di intervento da parte delle istituzioni, dall’incremento di presenza delle forze dell’ordine all’attivazione del servizi di video sorveglianza, ma da allora niente è cambiato”.

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