Il quartetto deve rispondere di percosse, lesioni, porto abusivo d’arma da fuoco e oggetti atti ad offendere in concorso

SAN FELICE A CANCELLO – Gli accertamenti esperiti sul posto permettevano di acclarare che poco prima, per motivi di viabilità, un automobilista aveva minacciato un cittadino extracomunitario. L’automobilista, ritornava dopo poco sul posto ed insieme ad altri tre suoi complici, dopo aver percosso il cittadino extracomunitario con dei bastoni, lo attingeva con un colpo d’arma da fuoco alla gamba destra. La Polizia di Stato deferiva quattro persone P. G., P.P., R.A. e P.F. per percosse, lesioni, porto abusivo d’arma da fuoco e oggetti atti ad offendere in concorso.

In particolare, personale della Squadra Volante del commissariato di Maddaloni nella tarda serata di ieri interveniva in Via Napoli di San Felice a Cancello, dove veniva segnalata una persona attinta da colpi d’arma da fuoco.Il personale operante, dopo gli accertamenti sul posto, condotti anche attraverso l’acquisizione di notizia confidenziali, si portava presso il locale nosocomio, ove veniva escusso il ferito ricoverato per ferita d’arma da fuoco.

Sulla base delle notizie acquisite, gravemente indizianti nei confronti dei germani P.F. 25enne, P.P. 18enne, P. G. 16enne e di un loro cugino R. A. 31enne, veniva operata una prima perquisizione presso l’abitazione di P.F. con esito negativo. Successivamente veniva effettuata una ulteriore perquisizione presso l’abitazione della madre, ove veniva rintracciato il germano P. G., che presentava evidenti ferite da arma da taglio alla mano destra e ammetteva di essersele procurate durante la lite con l’extracomunitario; in tale contesto veniva rinvenuta, occultata sotto ad un comodino della camera da letto della madre, una pistola Beretta cal. 7,65 mm e numero due fucili cal. 12 mm legalmente detenuti dalla propria madre .

La pistola rinvenuta veniva posta in sequestro essendo stata presumibilmente utilizzata dal P. F. per commettere il reato, mentre i fucili venivano ritirati in via cautelare.

Pertanto, i predetti venivano denunciati per i reati loro ascritti alla Procura della Repubblica presso il tribunale di S. Maria C.V.

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