Salerno, la difesa di Gentile: “Il giovane molestato dal padre della fidanzata invaghito di lui”

L’omicidio di Eugenio Tura De Marco. I legali del ragazzo che ha ucciso il 60enne: “La vittima avrebbe tentato di toccare i genitali al ragazzo mentre questo si trovava seduto e lui alle sue spalle. A quel punto Luca lo avrebbe colpito”. Il gip convalida la custodia in carcere

La difesa del ragazzo gioca il tutto per tutto. Il gip di Salerno convalida la misura cautelare in carcere nei confronti di Luca Gentile, il giovane di 21 anni che sabato scorso ha ucciso a coltellate il padre della fidanzata, il carrozziere di 60 anni Eugenio Tura De Marco. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Luigi Gassani – era diventato l’oggetto del desiderio della vittima che si era invaghito di lui, nonostante fosse il fidanzato della figlia. Non è escluso che quest’ultima sapesse qualcosa in merito alle attenzioni del padre verso quel ragazzo del quale si era innamorata da circa un mese. Sembra convincente il fatto che, addirittura, il padre fosse andato in gelosia per non essere lui il destinatario di quell’amore”. Accuse gravi, tutte da riscontrare, quelle che Luca Gentile rivolge alla vittima.  “La versione che il ragazzo ha fornito quest’oggi ai giudici – spiega l’avvocato Gassani – è la stessa della confessione, ovvero che il padre della fidanzata nutriva per lui delle mire di natura sessuale. Si sarebbero incontrati nel quartiere, l’invito a salire per chiarire una volta per tutte la questione. E poi le attenzioni della vittima che avrebbe anche tentato di toccare i genitali al ragazzo mentre questo si trovava seduto e lui alle sue spalle. A quel punto Luca Gentile lo avrebbe colpito, ma mai per ammazzarlo. Lo testimoniano le ferite riscontrate sul cadavere dell’uomo. Il mio assistito non lo ha mai colpito in direzione degli organi vitali ma sempre in zone periferiche. Purtroppo una di queste ferite, però, si è rivelata mortale avendo colpito il miocardio”. Il legale aggiunge che Luca Gentile soffre di epilessia e in quanto tale “ha una percezione alterata del pericolo. Inoltre, è stato appurato che la vittima fosse in uno stato di alterazione dovuta all’alcol e quindi, deduco, che il mio cliente abbia avuto paura e abbia solo tentato di difendersi”. I difensori avevano chiesto per l’indagato i domiciliari.

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