Sale giochi e centri scommesse in mano a imprenditori legati al clan Zagaria: 5 arresti – Video

Documentata imposizione e la distribuzione esclusiva delle slot machines in alcuni comuni della provincia di Caserta. Sequestro beni da 1 milione

Le indagini – secondo la Dda di Napoli – hanno documentato il controllo, da parte di imprenditori e commercianti legati al boss Michele Zagaria, di sale giochi e centri scommesse nonché l`imposizione e la distribuzione esclusiva delle slot machines in alcuni comuni della provincia di Caserta. Alle prime ore di questa mattina i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Caserta e la squadra mobile della questura di Caserta hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di napoli, nei confronti di 5 persone. Le accuse sono di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, concorrenza illecita e ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose.  Gli investigatori hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 1 milione di euro.

 

L’INDAGINE – La gestione delle slot machine e dei centri scommesse nei comuni casertani di Casapesenna, San Marcellino e Trentola Ducenta era affidata dal boss Michele Zagaria al capozona dei Casalesi Giovanni Garofalo, arrestato come il fratello Giuseppe, ora destinatario di una misura cautelare ma già in carcere a Lecce dal 2014. Al centro dell’inchiesta questa ipotesi investigativa della Dda. Grazie al sostegno del clan Zagaria, gli imprenditori Carlo Fontana e Alberto Di Cerbo, finiti in carcere questa mattina, avrebbero così monopolizzato in parte del Casertano il business dei videopoker imponendo le proprie macchinette a bar e locali di numerosi Comuni. In cambio, i due avrebbero versato ogni mese migliaia di euro nelle casse del clan. Fontana in particolare, avrebbero consegnato tremila euro mensili ad Attilia Zagaria (nessuna parentela col boss), moglie di Giovanni Garofalo, nella cui abitazione fu trovato un bunker usato da Michele Zagaria durante la sua latitanza. La donna è stata raggiunta da un ordinanza agli arresti domiciliari; il gip di Napoli ha invece disposto la carcerazione per gli altri due indagati, Giuseppe Garofalo, fratello di Giovanni, già detenuto da tempo, e per la moglie di questi Raffaella D’Aniello.

L’indagine del Ros guidato dal colonello Gianluca Piasentin e degli uomini della Mobile di Caserta prese avvio dal ritrovamento in casa di Fontana, nel corso di una perquisizione, di un libro mastro che segna le entrate della cosca dalle slot imposte ad alcuni locali, circa 70/80 mila euro al mese a bar. Tra i beni sequestrati, anche due società dei fratelli. Di Cerbo è accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico.

 

 

GLI ARRESTATI

FONTANA CARLO NATO A SAN CIPRIANO D’AVERSA IL 4 MAGGIO 1972

GAROFALO GIUSEPPE NATO A SAN CIPRIANO D’AVERSA IL 14 MARZO 1972

ZAGARIA ATTILIA NATA A CASERTA IL 24 MARZO 1978

D’ANIELLO RAFFAELLA NATA A VILLARICCA IL 17 OTTOBRE 1975

DI CERBO ALBERTO NATO A NAPOLI IL 27 LUGLIO 1960

 

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