Il Comune di Napoli promette passi per arrivare all’abolizione del dazio. Il presidente della società concessionaria: “Decide il ministero, noi ci adeguiamo. Ma guardate le strade dove non si paga come sono ridotte”

NAPOLI – Da una parte il fronte anti pedaggio, guidato dal sindaco de Magistris. Dall’altra l’ultima trincea a difesa del balzello, allestita da Paolo Cirino Pomicino. Sono ore decisive per il rincaro della tangenziale di Napoli. L’asticella dovrebbe alzarsi alla fatidica soglia di 1 euro. “Sono i soliti fuochi d’artificio di fine anno” si schermisce ‘o ministro. E i botti sono quelli di de Magistris, che promette: “Stiamo lavorando e abbiamo acquisito gli atti presso il Ministero per superare il pedaggio, siamo – ripete a margine della visita alla cappella di Santa Maria dei Pignatelli – per una fase nuova su tangenziale e a gennaio faremo il punto della situazione giuridica, sulla quale stiamo lavorando”. Si muove la diplomazia di Palazzo San Giacomo, ma intanto il tempo scorre. E l’aumento si avvicina. “E’ allucinante, si fa solo chiasso – insorge il presidente della Tangenziale – nessuno, tranne il sottoscritto, avanza una proposta”. Pomicino si rimette alla volontà del governo (“quello che deciderà la politica a noi va bene”). E per difendere l’anomalia dell’unica tangenziale d’Italia a pagamento, si aggrappa all’asse mediano. Sì, proprio la sgarrupatissima statale dell’area nord. “Fate il raffronto – dice Pomicino – tra un asse a scorrimento veloce come l’asse mediano, senza pedaggio ma in disastro totale, e la tangenziale, manutenuta in maniera soddisfacente. Il problema è: l’asse va pedaggiato o no? Una soluzione va offerta, invece dei fuochi d’artificio”. E quali sarebbero le soluzioni? “Se il Comune ha la necessità di un ristoro per la manutenzione delle strade cittadine – sostiene l’ex ministro – può chiedere di ristornargli il 33% del pedaggio che va all’Anas, non a noi. Oppure chiedere al governo di rinunciare a parte della sua quota, prendendosi il 10% invece del triplo, e abbassare il pedaggio. Ma basta che non si lasci andare in rovina la tangenziale come accade ad altri assi viari”. Che Roma ceda risorse, di questi tempi, non è nell’ordine delle cose. E la battaglia per far pagare gli automobilisti è sempre più impopolare. Un’anomalia che tocca un’area povera di infrastrutture e falcidiata dalla crisi economica. Pomicino lo sa, e allora si lancia perfino nell’idea di “spalmare i costi del pedaggio sull’Autosole”. Infine tenta l’ultima carta: “La Tangenziale era dello Stato e l’ha venduta, e nessuna forza politica si oppose. Lo Stato può sempre ricomprarsela, non costa neanche tanto. Poi – domanda – chi la manutiene, il Comune di Napoli?”.

(Foto tangenzialedinapoli.it)

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