Indagine per bancarotta fraudolenta

NOLA – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Nola, guidati dal capitano Luca Gelormino, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Nola, in un procedimento a carico dell’imprenditore Armando Manzi  ed altri soggetti, fra cui componenti del suo nucleo familiare, per l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta. Sigilli sono stati apposti alla società Immobiliare Manzi, proprietaria di Villa Manzi, struttura del settore ristorazione. Il valore complessivo dei beni ammonta ad 8 milioni.

L’INDAGINE – L’indagine riguarda la società “Irpinia Catering s.r.l. “, già denominata “Villa Manzi s.r.l. “, posta in posta in liquidazione volontaria 4 anni fa e dichiarata fallita dal Tribunale di Nola 3 anni fa. Secondo gli investigatori delle fiamme gialle, coordinati dalla Procura di Nola,  la società Villa Manzi srl, operante nel settore della ristorazione e in liquidazione volontaria, già amministrata da Armando Manzi e, dal 2010, da Ferdinando Franzese (già coinvolto in altri procedimenti per bancarotta), ha,  dapprima, cambiato denominazione (in “Irpinia catering srl”) e sede sociale (trasferendosi ad Avellino), poi, con una delibera ha ridotto il capitale sociale da 90.000 euro a 12.000 euro, senza però contemporaneamente estinguere i debiti.  Quindi ha ceduto alla diversa società “Villa Manzi eventi” (di cui veniva mutata la denominazione in “Ristocatering srl”) il ramo d’azienda, attualmente attivo nel settore ristorazione nel Comune di Roccarainola, contrada Cannelle, al prezzo di 90.000 euro, di cui 50.000 per avviamento e 40.000 per attrezzature. Per gli inquirenti, l’accordo prevedeva che la corresponsione della somma sarebbe avvenuta, successivamente alla stipula, in sei rate mensili consecutive di 15.000 ciascuna, senza aggravio d’interessi e senza prestazione di alcuna garanzia, prezzo da ritenersi sottodimensionato rispetto al valore del ramo ceduto e, conseguentemente pregiudizievole per la fallita. “Gli elementi raccolti nel corso delle indagini  – scrive il procuratore della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso – sono risultati sufficienti a ritenere sussistente una solida piattaforma indiziaria del reato di bancarotta, apparendo i descritti trasferimenti finalizzati all’unico scopo di sottrarre la compagine sociale, in realtà mai passata realmente di mano a terzi, alle azioni di recupero dei creditori della originaria Villa Manzi srl, così depauperando la stessa della parte sana e conservandole solo i debiti, mai estinti”. “Infatti – prosegue il magistrato – le società coinvolte nel trasferimento (Villa Manzi srl e Villa Manzi Eventi, oltre che Immobiliare Manzi) sono risultate amministrate, di fatto, sempre da Armando Manzi sebbene, di diritto, da soggetti diversi (Franzese sì è accollato l’amministrazione nell’imminenza del fallimento, il genero Elpidio Natale l’amministrazione della Villa Manzi Eventi, il figlio Oreste l’amministrazione della Immobiliare Manzi). Per la Procura, insomma, Armando Manzi ha conservato la piena e diretta gestione dell’attività, sia prima sia dopo le cessioni accumulando, nel complessivo, un passivo (nel corso degli anni dal 2005 al 2010) passato da 413.744,64 euro a .2.292.140,38 di euro.

IL COMUNICATO DI VILLA MANZI – Villa Manzi (che non è oggetto di sequestro, a differenza della Manzi Immobiliare), ha diffuso un comunicato in cui si precisa che “riguardo le presunte problematiche societarie, che possono aver coinvolto la nostra azienda, precisiamo che sono in atto verifiche che verranno chiarite e risolte nelle opportune sedi”. Inoltre, “le suddette verifiche non ostacolano né interrompono l’operatività di Villa Manzi. Le attività di Villa Manzi proseguono regolarmente nella stessa Locationoffrendo come sempre, grazie alla collaborazione del proprio staff e partner, i consueti servizi ai futuri sposi”.

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