Riorganizzano il clan dei Casalesi, 5 fermi

Gli indagati sono ritenuti responsabili di numerose estorsioni e almeno quattro attentati dinamitardi ai danni di imprenditori che non volevano pagare il pizzo

Gli indagati sono ritenuti responsabili di numerose estorsioni e almeno quattro attentati dinamitardi tra i comuni di Parete, nel Casertano, e Giugliano, ai danni di imprenditori che non volevano pagare il pizzo. I cinque presunti esponenti del gruppo criminale denominato “nuova gerarchia del clan dei Casalesi” sono stati fermati dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa su ordine della Dda di Napoli.  Si tratta di Massimo Perrone, Emanuele Gatto, Vittorio Giarnieri, Luigi Moschino e Gaetano Celeste, che avrebbero ricevuto la benedizione del clan Bidognetti. Le indagini, svolte tra febbraio e maggio 2017, hanno consentito di ricostruire una serie di fatti delittuosi commessi dal gruppo che avrebbe consegnato la maggior parte dei proventi del ‘pizzo’ ai componenti della famiglia Bidognetti. In particolare, le indagini coordinate dalla Dda di Napoli hanno permesso di far luce sulle estorsioni consumate e tentate ai danni di imprenditori dell’agro aversano avvenute tra dicembre e maggio di questo anno. Secondo gli inquirenti, le vittime erano costrette a versare agli affiliati cifre dai 500 ai 4.500 euro. Chi si rifiutava di pagare veniva minacciato, come è successo ai proprietari di tre attività commerciali di Parete e Giugliano davanti alle quali sono stati fatti esplodere ordigni artigianali. Un altro ordigno, invece, era esploso presso l’abitazione di un imprenditore edile di Parete. I militari dell’Arma hanno trovato e sequestrato lo scorso mese un arsenale con armi da guerra di non facile reperibilità necessarie al gruppo proprio per mettere in pratica atti intimidatori. E molte armi sono state trovate anche questa notte nel corso di una perquisizione nelle abitazioni di Giarnieri e Moschino. In particolare sono state sequestrate una pistola Beretta calibro 40 occultata in una cassaforte completa di caricatore; 50 cartucce cal. 7.65; 50 cartucce calibro 380; 50 cartucce calibro 357 magnum; 60 cartucce calibro 40 Smith & Wesson; occultata fra alcuni indumenti, una pistola marca Looking glass, calibro 7.65, priva di matricola, completa di 3 caricatori; 66 cartucce calibro 7.65; 1 cartuccia calibro 32. Nell’abitazione di Perrone, invece, sono stati sequestrati 8 telefoni cellulari, 1 personal computer, 5 carte banco posta, appunti e documenti contabili di interesse investigativo. I militari dell’Arma hanno anche effettuato una perquisizione d’iniziativa a Scauri presso l’abitazione di Francesco Pugliese, ritenuto contiguo, seppur non organico, al gruppo. Nella sua disponibilità è stata rinvenuta e sequestrata una pistola smith & wesson con matricola abrasa, detenuta per conto di Perrone, considerato il capo del gruppo. Pugliese è stato arrestato in flagranza e verrà sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa del rito direttissimo.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest