Residenze Adisurc, se l’assistenza scrive in un italiano zoppicante

La curiosa risposta ad un messaggio di una studentessa. Il consigliere regionale Cirillo (M5s): “Selezione di dipendenti non corretta”

La burocrazia congeda il proverbiale lessico ingessato, e si lancia nelle nuove frontiere della neolingua. Il battesimo tocca ad una studentessa fuori sede, di stanza in una residenza Adisurc a Napoli, in un messaggio all’assistenza. “Buongiorno, volevo chiederVi – domanda la ragazza – se successivamente al 4 maggio, sarà possibile entrare in Residenza per prendere i miei oggetti personali e pernottare una sola notte
al fine di poter tornare presso il mio domicilio a Torino, poiché momentaneamente sono ospitata a Sorrento dai miei parenti”. Dopo un’ora la risposta. “Egregio Utente – scrive-, lei quando poi si potrà rientrare in residenza potrà pigliare tutta la sua roba e decidere poi di andare via quando vuole, basta che però firmi il checkout, cosa essenziale ai fini dei pagamenti”. A sottolineare l’insolita risposta è il consigliere regionale Luigi Cirillo (M5s). “Da chi si occupa di diritto allo studio universitario, dunque al servizio di una futura classe di professionisti, è lecito -sostiene – aspettarsi che anche il contenuto di una semplice mail di risposta a una richiesta più che legittima di uno studente, rispetti i canoni di un lessico corretto e privo di strafalcioni”. Cirillo chiosa: “Sarà colpa di un organico ridotto, che più volte in Consiglio regionale abbiamo chiesto di implementare. O forse all’origine ci sarà una non corretta selezione di dipendenti per specifici ruoli da ricoprire. Di certo, ci aspetteremmo risposte migliori”. Ma non ci sperate troppo.

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