Processo Resit, i pm chiedono 280 anni di carcere: “Condannate a 30 anni Facchi, Chianese e Cerci”

Sono 29 gli imputati: le accuse, a vario titolo, di disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, aggravati dall’aver agevolato il clan dei Casalesi, in relazione alla discarica di Giugliano “bomba ecologica”

La richiesta più dura del pubblico ministero Alessandro Milita è di 30 anni di carcere per i principali imputati: Giulio Facchi, ex sub-commissario all’emergenza rifiuti in Campania tra il 2000 e il 2004, nel periodo in cui era Bassolino commissario governativo; Cipriano Chianese, ritenuto dagli inquirenti “l’inventore” del traffico di veleni nella Terra dei fuochi, e Gaetano Cerci, altro imprenditore dei rifiuti legato ai Casalesi. Pene per complessivi 280 anni di carcere sono stati chiesti al termine della requisitoria del processo Resit, relativo all’inquinamento della discarica di Giugliano, “bomba ecologica” utilizzata anche durante il periodo dell’emergenza rifiuti dal Commissariato. Sono 29 gli imputati accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, aggravati dall’aver agevolato il clan dei Casalesi. Tra gli altri, 24 anni di carcere sono stati chiesti per l’imprenditore Elio Roma, 22 anni per i fratelli Generoso e Raffaele Roma.

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